Un’ondata di casi di tubercolosi si sta registrando in area berica, con trend in crescita. 16 persone nel 2015, 38 nel 2017 e 40 fino ad ora. La TBC sta preoccupando un po’ tutti, dalla Regione Veneto all’Ospedale San Bortolo di Vicenza. In questo periodo si sono accertati casi di 3-4 persone infette a settimana, che vengono prese in carico nella struttura blindata all’Ospedale San Bortolo. L’apice, circa una ventina di casi, si è avuto ad Arzignano a causa, si legge, dell’alta presenza di lavoratori immigrati provenienti da paesi in cui la tubercolosi è endemica. L’Ospedale San Bortolo è l’unico Ospedale vicentino ad essere dotato di stanze con 6 ricicli d’aria all’ora, ad alto isolamento il cui ingresso è riservato solo al personale sanitario.
Sulla questione è intervenuto anche il Governatore
Luca Zaia per cui i casi di malattie portate da immigrati, come si legge sull’
Ansa, "ci riportano con il pensiero e alla mente a quello che è il rischio delle epidemie, anche in alcuni casi di malattie che non conoscevamo più come la scabbia, la tubercolosi e poi abbiamo avuto casi di lebbra in passato". "Credo sia fondamentale - ha aggiunto Zaia oggi a Vittorio Veneto – porre la questione sul tema sanità perché se un immigrato ha la tubercolosi e fugge e scappa non possiamo più curarlo, salvargli la vita e riportarlo in salute ma corriamo anche rischi per tutta la nostra comunità".
“L’incremento dei casi di tubercolosi e la diffusione di questa malattia grave tra immigrati ed extracomunitari richiede una energica e tempestiva risposta da parte delle autorità sanitarie vicentine mettendo in campo ogni forma di profilassi utile a contrastare efficacemente il fenomeno - ha commentato
Roberto Ciambetti, presidente del Consiglio regionale del Veneto - preoccupano le notizie e non mi riferisco ai 16 casi registrati nel 2015 ai 40 individuati quest’anno dato che non va sottovalutato ma nemmeno enfatizzato, ben più grave è sapere che un immigrato colpito da questa malattia si è dato alla fuga”.
“Non si tratta di creare allarmi inutili, perché la sanità veneta è in grado di fronteggiare e contenere lo scenario – conclude il Presidente del Consiglio Regionale – la maggioranza dei casi si registra tra extracomunitari. Avevamo denunciato la pericolosità del sistema dell’accoglienza indiscriminata e senza controlli, ma in passato, purtroppo, sulla tutela dell’interesse pubblico hanno prevalso altre logiche che ora iniziamo a scontare. Con il clandestino ammalato di Tbc fuggito da Sandrigo abbiamo una ulteriore riprova di quanto abbiamo detto da anni: la cittadinanza è chiamata a pagare i costi non solo economici ma anche sociali e sanitari di politiche scellerate in cui c'è chi ha fatto i soldi a palate”.
Endrius Salvalaggio