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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Regioni e Asl

Reumatologia. Anmar: “La Regione garantisca accesso ai farmaci, aderenza e continuità terapeutica”

immagine 9 ottobre - L’associazione dei malati riferisce di “farmaci introvabili” che “costringono i pazienti a migrare verso altre Regioni”. La Presidente Silvia Tonolo: “E’ una situazione insostenibile che può compromettere la salute di migliaia di persone”.
Farmaci reumatologici sempre più introvabili in Sardegna. E’ quanto denuncia l’Anmar (Associazione Nazionale Malati Reumatici) che ha inviato una missiva alle istituzioni sanitarie regionali. “Nell’ultimo anno al nostro numero verde sono aumentate le telefonate di pazienti che non riescono a trovare sull’Isola farmaci per il trattamento di gravi malattie come artrite reumatoide” e che “nella maggioranza dei casi sono costretti a migrare in altre Regioni, come la Lombardia, per poter ricevere un medicinale”, riferisce in una nota Silvia Tonolo, Presidente Nazionale dell’Anmar.

Per Tonolo la situazione è “insostenibile" e “minaccia seriamente la salute di migliaia di persone” perché “l’aderenza terapeutica e la continuità del farmaco sono fondamentali per garantire la riduzione di dolori e l’arresto delle deformazioni tipiche delle patologie reumatologiche”.

“I tagli che la Regione Sardegna ha fatto da circa due anni sui farmaci biotecnologici non riguardano solo quei farmaci a brevetto scaduto (e quindi che hanno un biosimilare solitamente di costo minore), ma riguarda farmaci brand che non presentano un farmaco sostitutivo – aggiunge Tonolo -. L’eventuale decisione di non acquistare, o di acquistarne in minima quantità è all’origine delle migrazioni dei pazienti verso il Continente”.

L’Anmar chiede quindi che sull’Isola “sia sempre garantito l’approvvigionamento farmaceutico perché si tratta di un tipo di assistenza imprescindibile e che rientra nei Livelli Essenziali di Assistenza (Lea). La spesa per garantire i Lea andrebbe tenuta distinta dalle altre voci di spesa sanitaria come è stato chiarito recentemente dai giudici costituzionali”.
9 ottobre 2019
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