È morto ieri il medico chirurgo del Policlinico di Sassari
Marco Spissu, 72 anni, rimasto contagiato dal coronavirus probabilmente durante un intervento chirurgico su un paziente che era poi risultato positivo. Le condizioni del chirurgo in pochi giorni si sono aggravate, ma il trasferimento nel reparto di terapia intensiva non è bastato a superare la fase critica della malattia.
Stimato chirurgo, la notizia si è diffusa presto nel territorio isolano ed è giunta all’Assessore regionale alla Sanità,
Mario Nieddu, mentre si trovava in videoconferenza con i sindacati. “Mi ha colpito molto la notizia che ho appreso, abbiamo perso una grande persona e un ammirevole chirurgo. Sale a due il numero dei medici deceduti – prosegue l’Assessore -. Faremo di tutto per impedire che questo numero possa aumentare. Il pensiero e la vicinanza alla famiglia per la perdita dell’uomo e del collega”, ha detto Nieddu.
Sul social rimbalzano pubblici i post dei ricordi di chi lo ha conosciuto. Come quello del radiologo
Vincenzo Bifulco, che scrive: “Interrompo il mio silenzio di protesta.… ma è ancora di più un grido di protesta... per tributare un doveroso e affettuoso omaggio al grande professore Marco Spissu, vittima di questa guerra. Sono stato uno dei primi suoi studenti non appena fu nominato professore, un rapporto di rispettosa amicizia che non si è mai attenuato, una grande persona e un grande chirurgo. Io gli devo molto, un abbraccio sincero PROF. Lasci un grande vuoto. Alla famiglia l’ affetto immenso di tutti coloro che hanno avuto la fortuna di conoscerlo, e ai miei colleghi e amici suoi allievi, proseguite la sua opera con l’esempio e gli insegnamenti che vi ha donato”.
Un altro post, tra i tanti, quello dell’infermiera Francesca Schintu: “Un grande dolore… conserverò tutti quei bei ricordi degli anni trascorsi in sala operatoria, dove i suoi insegnamenti mi hanno aiutato a crescere e migliorare professionalmente, mi ha dato un grande esempio, un grande chirurgo che nonostante gli anni non si intimoriva davanti a tante ore di lavoro ma le affrontava con la sua ironia perenne e tanta allegria. La ricorderò sempre. Buon viaggio fin lassù...”.
Il 12 marzo, a tutela dei pazienti, degli operatori sanitari e amministrativi e della comunità tutta, la struttura aveva comunicato, anche tramite canali social, di dover chiudere progressivamente, in via temporanea, per consentire il percorso di bonifica e messa in sicurezza. Il 1° aprile il Policlinico è stato poi individuato idoneo dalla Regione Sardegna a fronteggiare il contrasto alla pandemia da Covid-19, e dopo un’accurata opera di sanificazione e riorganizzazione dei reparti, avvisava della sua riapertura. Il Policlinico ha fornito 60 posti letto su due piani, oltre a 12 posti letto di terapia intensiva con relativi respiratori.
Elisabetta Caredda