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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Regioni e Asl

Medici e pediatri di famiglia dipendenti? Simpef contro la risoluzione della Lombardia

immagine 24 aprile - Per Rinaldo Missaglia, Segretario nazionale del Sindacato medici pediatri di famiglia, contesta anzitutto la decisione del Consiglio regionale di inserire la proposta all’interno di un testo dedicato al Covid. Parla di “leggerezza e inconsistenza” nell’affrontare “una questione fondamentale dell’architettura del sistema”. E definisce “sconsiderata" la sollecitazione del Consiglio a “intervenire così pesantemente su un sistema che ha assicurato ai minori lombardi e alle loro famiglie un livello di assistenza invidiato da altre realtà”.
La Simpef è critica nel confronti della risoluzione del Consiglio regionale che impegna la Giunta e il presidente Fontana ad attivarsi con il Governo per fare in modo che i medici di medicina generale e pediatri diventino “a tutti gli effetti dipendenti del sistema sanitario regionale”. “Abbiamo letto con stupore, perplessità e inquietudine un passaggio della risoluzione approvata pochi giorni fa dal Consiglio regionale della Lombardia in materia di misure di sostegno per affrontare la crisi post Covid-19.
 
Due righe, quasi buttate lì, che recitano testualmente: ‘affinché sia concessa una maggiore autonomia nel coordinamento dei MMG e PLS, per ricondurli a tutti gli effetti quali dipendenti del sistema sanitario regionale’”, commenta in una nota Rinaldo Missaglia, Segretario nazionale Simpef – Sindacato medici pediatri di famiglia.
 
“Due righe - prosegue Missaglia - delle quali ci sfugge completamente la ratio e per le quali vorremmo chiedere ulteriori spiegazioni ai consiglieri lombardi, in particolare al Presidente della Commissione sanità, Emanuele Monti, e conoscere il pensiero dell’Assessore competente, Giulio Gallera.
 
Per il Segretario nazionale Simpef, “appare sconsiderata non solo nel contenuto, ma anche nel metodo, la sollecitazione del Consiglio Regionale a intervenire così pesantemente su un sistema che ha assicurato ai minori lombardi e alle loro famiglie un livello di assistenza invidiato da altre realtà ed efficace negli interventi anche nella attuale contingenza emergenziale; e questo nonostante le indicazioni che in questi mesi Regione ed ATS hanno inviato ai pediatri di famiglia, ormai considerate per la più parte improvvide”.
 
“La nostra preoccupazione è forte - prosegue Missaglia - , per la leggerezza e l’inconsistenza con cui viene affrontata una questione fondamentale dell’architettura del sistema. Purtroppo, infatti, dobbiamo sottolineare come, nelle prime fasi dell’emergenza sanitaria per Covid-19, le disfunzioni che si sono riscontrate sul territorio siano imputabili totalmente all’aver seguito le indicazioni giunteci dal coordinamento della risposta del sistema sanitario regionale. In altre parole, alla luce di questa esperienza, ci pare surreale che qualcuno immagini di perseverare in un atteggiamento dirigista ancorché presuntuosamente autoreferenziato!”.
 
La Simpef, dunque, “si oppone, con la forza che deriva anche dal rappresentare istanze di sconcerto che provengono  dalle realtà socio-sanitarie di altre Regioni, a quanto - relativo alla pediatria territoriale - è previsto dalla proposta di risoluzione con la  richiesta di impegno attuativo a Presidenza e Giunta Regionale”.
 
“Inoltre - conclude Missaglia - , appare del tutto inappropriato nel metodo l’aver elaborato indicazioni di tale valenza senza un minimo di interlocuzione con i rappresentanti dei pediatri di famiglia. Non potremo, quindi, esimerci dal notificare alle famiglie dei piccoli assistiti i pericoli, per il mantenimento della qualità dell’assistenza pediatrica in Regione Lombardia, legati all’arbitraria riforma delle cure primarie, intesa secondo quanto prospettato nella risoluzione”.
24 aprile 2020
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