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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Regioni e Asl

Puglia. Tagliati dieci punti nascita. Attolini: “Seguite linee guida ministeriali”

immagine 9 giugno - Le strutture chiuse sono state quelle di Ostuni, Manfredonia, Lucera, Fasano, Manduria, Gallipoli e altre, tutte con un numero di eventi nascita sotto la soglia dei 500 all’anno stabilita da Ministero della Salute e Agenas. Uniche eccezioni ai criteri indicati sono state Scorrano e Canosa.
 
“I criteri per la rimodulazione dei punti nascita in Puglia sono stati inderogabilmente definiti dalle Linee Guida Ministeriali e dall’Agenas e nello specifico riguardano: il numero dei parti annuali di ciascuna struttura, che non deve essere inferiore ai 500 parti l’anno; la numerosità del bacino di utenza per ciascun punto nascita, per cui si prevede un punto nascita ogni 220.000 abitanti, e la territorialità”. A spiegare la decisione di chiudere dieci punti nascita sul territorio regionale, in ottemperanza a quanto stabilito dal Piano di rientro, è stato l’assessore alle Politiche della Salute, Ettore Attolini.
La Regione Puglia ha istituito circa due anni fa una Commissione regionale che studiasse la situazione pugliese ed elaborasse un piano di riorganizzazione della rete, secondo i criteri stabiliti, finalizzato a garantire la sicurezza del percorso nascita, a tutela della salute delle donne e dei bambini. La Commissione ha evidenziato che a fronte di 37.500 parti nel 2010 e 36.119 parti nel 2011, quindi con un trend in diminuzione, il numero di 42 punti nascita, fra pubblici e privato accreditato, era fortemente in esubero.
Pertanto, come spiegato da Attolini, “attenendosi ai criteri ministeriali su indicati, la Commissione ha stabilito di dover disattivare 10 punti nascita pubblici”.

Nello specifico, vengono disattivate le strutture nelle quali si è registrato un numero di eventi nascita inferiori alla soglia dei 500, così come indicato nelle linee guida ministeriali: è il caso di Ostuni che nel 2011 ha fatto registrare 378 parti, peraltro con un tasso di tagli cesarei dell’80 %; è il caso anche di Manfredonia (329 parti nel 2011), Lucera (278 nel 2011), Fasano (310 nel 2011), Manduria (222 nel 2011), Gallipoli (389 nel 2011) e altri.

“Siamo ben consapevoli che sui dati di attività prodotta dai punti nascita in precedenza elencati sicuramente avrà influito la carenza di personale - ha spiegato l’assessore - che però riguarda tutte le strutture ospedaliere e non solo i punti nascita, ed è questa la vera criticità in questo momento del sistema sanitario regionale, conseguenza diretta del blocco del turn over imposto alla nostra regione dal Piano di rientro”.

Le uniche eccezioni ai criteri indicati sono state Scorrano (439) e Canosa (537), per due ordini di ragioni differenti. Per Scorrano è prevalso un criterio di garanzia per la copertura territoriale della rete di assistenza nella zona salentina.
Per quanto riguarda Canosa, invece, che si attesta poco sopra la soglia dei 500 parti (537) nel 2011, “c’è da dire che la provincia Bat aveva 4 punti nascita (Bisceglie, Barletta, Andria e Canosa), assolutamente eccedenti rispetto al criterio di un punto nascita ogni 220.000 abitanti - ha concluso Attolini - seguendo questo criterio, infatti, il piano di rimodulazione avrebbe dovuto prevedere solo 2 punti nascita per tutta la provincia, ma abbiamo deciso comunque di tenerne aperto uno in più e abbiamo privilegiato le strutture che effettuano un maggior numero di parti ogni anno”.
 
9 giugno 2012
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