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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Regioni e Asl

Dopo il terremoto. A Crevalcore, tra emergenza e desiderio di tornare alla normalità

di Stefano A. Inglese
immagine 11 giugno - Uomini, donne e bambini, tutti insieme. E´ la forza di un tessuto sociale ricchissimo, che ha reagito coralmente, sin dai primi momenti, dando fondo alle sue energie e alle sue risorse, nel tentativo di ritrovare la normalità e di ricostruire qualcosa che le assomigli. E la sanità è con loro
Crevalcore è una cittadina di poco meno di 14.000 abitanti della Bassa Pianura Padana, in provincia di Bologna. 5.700 famiglie, poco più del 16% immigrati. Il suo centro storico ha un impianto regolare, quadrato, che risale al 1200, con le strade ad angolo retto e gli isolati di dimensioni identiche, un corso principale molto largo chiuso agli estremi da due porte, a est Porta Bologna, a ovest Porta Modena, e i colori intensi delle terrecotte tipici dei centri storici emiliani. Dopo il sisma è stato completamente evacuato, recintato e reso inaccessibile, zona rossa, in attesa di verifiche. Crevalcore, infatti, è uno dei centri della provincia di Bologna più colpiti dal terremoto.

Un po’ più avanti del centro storico, nella zona degli impianti sportivi, si incontra il campo di accoglienza per le popolazioni sfollate. Attraversando il campo in macchina, fin dove possibile, si ha la sensazione di una successione senza soluzione di continuo, un lungo piano americano che ci restituisce la vita e la sua infinita capacità di adattarsi e di far fronte anche a drammi come la perdita della casa e di pezzi della propria esistenza. Uomini, donne e bambini, una popolazione coloratissima, con una vistosa presenza di diverse etnie, tutti insieme. E´ la forza di un tessuto sociale ricchissimo, che ha reagito coralmente, sin dai primi momenti, dando fondo alle sue energie e alle sue risorse, nel tentativo di ritrovare la normalità e di ricostruire qualcosa che le assomigli. Così si incontrano le tende del campo militare e quelle della protezione civile, c’è la palestra attrezzata con le sue file ordinate di posti letto e la mensa sotto una grande tensostruttura.

E si incontrano i servizi sanitari, che sono tanta parte di quella normalità, ora ancora più utili e preziosi. C’è il PMA (Posto Medico Avanzato), ci sono i medici di medicina generale e i pediatri, gli uomini del 118 e i volontari dell’ANPAS, e ancora psicologi, neuropsichiatri, psichiatri, infermieri, logopedisti, educatori e il punto di ascolto della neuropsichiatria infantile della Azienda USL di Bologna.
Dal centro storico di Crevalcore sono stati sfollati circa 3.000 abitanti, 700 sono all’interno del campo, gli altri hanno trovato altre soluzioni. Anche i servizi sanitari hanno subito i loro danni. Un poliambulatorio, la sede della guardia medica, un centro dialisi, un centro diurno per disabili adulti e una residenza per anziani sono stati chiusi, in attesa di verifiche. Gli anziani ospiti della residenza sono stati trasferiti in strutture analoghe a Bologna, così come altri provenienti dall’area del modenese. 286 in tutto, che hanno trovato rapidamente una collocazione grazie al lavoro di una centrale di area metropolitana, la CeMPA (Centrale Metropolitana Post-Acuzie), che si occupa ordinariamente di continuità della assistenza e dimissioni protette. Dopo il sisma il suo organico è stato raddoppiato e alle sue funzioni sono state aggiunte anche il ricovero di anziani e disabili provenienti dalle zone più colpite. La Centrale ha il quadro completo delle disponibilità e delle richieste di posti per l’intera area metropolitana di Bologna.
 
All’interno del campo di accoglienza è garantita la continuità dei servizi e della assistenza. I locali di una struttura messa a disposizione dal Comune ospitano quattro ambulatori di medicina generale e due di pediatria, attivi tutti i giorni, con un punto prelievi, una segreteria, una postazione CUP per le prenotazioni di visite ed esami e la distribuzione diretta dei farmaci. Il campo dispone continuativamente, nell’arco della giornata, di assistenza infermieristica. Nel corso della notte è presente la guardia medica.
Un gruppo di psichiatri, neuropsichiatri infantili, psicologi, infermieri, educatori e logopedisti è presente in prossimità del punto di primo soccorso, per fornire assistenza alla popolazione. Il gruppo ha allestito due ambulatori da campo, uno per la neuropsichiatria infantile e l’altro per l’assistenza psicologica e psichiatrica degli adulti. I due ambulatori hanno assicurato sostegno e assistenza per gli effetti psicologici conseguenti alle scosse. Ansia, crisi di panico e amnesia post-traumatica sono i problemi riscontrati con maggiore frequenza.
 
E poi ci sono i bambini. L’èquipe della neuropsichiatria infantile della Azienda USL di Bologna cerca di far emergere il loro disagio, le loro paure, di farli esprimere. La presenza all’interno dell’èquipe di uno psicologo o di un neuropsichiatra, di un educatore e di un logopedista tiene conto di tutto ciò. Per raccontare la propria esperienza può bastare un disegno, o lavorare con il das. Ma c’è bisogno di tempo, e ciascuno di loro ha il suo tempo.
Da oggi i residenti nei comuni colpiti dal terremoto, o nei comuni di Bologna, Ferrara, Modena, Reggio Emilia con casa dichiarata inagibile, e quanti lavorano in imprese colpite dal sisma sono esentati dal pagamento dei ticket sanitari. Intanto le verifiche di agibilità hanno consentito di riaprire una parte del centro storico di Crevalcore e, quindi, di rendere possibile anche il rientro di una parte della popolazione nelle proprie case. Ma la paura, specie dopo gli ultimi allarmi, prevale. Ancora una volta servirà tempo.
 
Stefano A. Inglese
Responsabile Comunicazione e relazioni con il cittadino dell’Ausl di Bologna

 
11 giugno 2012
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