E’ allerta in queste ore in Sardegna dopo l’individuazione della sopraggiunta variante indiana del Coronavirus, ribattezzata recentemente come Delta, che parrebbe avere un rischio di trasmissibilità superiore del 60% rispetto alle varianti precedenti e che sta portando alla proroga delle misure restrittive in Gran Bretagna.
Sentito da
Quotidiano Sanità, il Direttore del laboratorio di analisi chimico-cliniche e microbiologia dell'Aou di Cagliari,
Ferdinando Coghe, spiega: “Al policlinico sono stati sequenziati 12 pazienti, di cui 7 provenienti da un equipaggio di 15 cittadini indiani risultati tutti positivi al virus e dei quali, in 7 di essi appunto, abbiamo individuato la nuova mutazione del Sars-Cov-2 denominata variante Delta. Oltre a questi marinai, abbiamo riscontrato la variante Delta anche in un turista extracomunitario che è arrivato nel sud Sardegna con un volo privato ed ha infettato un altro residente con cui è entrato in contatto, che a sua volta ne ha infettato altri tre. Ancora, domenica 13 giugno abbiamo rilevato la stessa variante in un 13esimo paziente che è arrivato nell’isola dalla Gran Bretagna”.
“Dei quattro residenti rimasti contagiati per trasmissione del virus avvenuta dal contatto col turista nel Sud Sardegna – prosegue il Direttore - due erano vaccinati con Pfizer, hanno sviluppato la forma asintomatica, e si sono negativizzati in un lasso di tempo abbastanza breve. Sembrerebbe dunque che i vaccini funzionino, che siano efficaci anche sulla variante indiana. Sempre che non si manifesti una mutazione sul gene S che permette al virus di far eludere il sistema immunitario e, come appreso dalla letteratura scientifica, sembrerebbe faccia perdere efficacia al vaccino somministrato. Vero è che ancora non esistono dei dati sufficientemente ampi, tali da poter oggi dire con fermezza che il vaccino funziona o non funziona”.
“Al momento i casi riscontrati ci fanno ben sperare – conclude Coghe -, con auspicio, ma ripeto, non potendoci basare su riscontri di ampi numeri, dobbiamo continuare ad essere molto prudenti”.
Elisabetta Caredda