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QS Edizioni - giovedì 16 maggio 2024

Carcinoma polmonare. Con afatinib la sopravvivenza media nello stadio avanzato supera l’anno

5 giugno - Il carcinoma polmonare è il tumore più diffuso e il più letale al mondo, con circa 1,6 milioni di nuovi casi ogni anno. A causa della sua prognosi infausta, ogni anno muoiono, per questo tipo di tumore, 1,38 milioni di persone: il trattamento è spesso difficile e la sopravvivenza media a cinque anni agli stadi più avanzati piuttosto bassa. Per fortuna sono arrivate proprio in questi giorni – nel corso del Congresso Asco – buone notizie per i pazienti: i risultati dello studio di Fase III LUX-Lung 3 indicano che che la terapia di prima linea con il nuovo farmaco sperimentale afatinib, che inibisce in maniera irreversibile i recettori  della famiglia ErbB, hanno avuto una sopravvivenza libera da progressione della malattia di circa un anno (11,1 mesi), rispetto ai 6,9 mesi dei pazienti sottoposti a chemioterapia standard (pemetrexed /cisplatino). Dato che sale ulteriormente per i pazienti con le mutazioni più comuni dei fattori di crescita EGFR, che hanno registrato una sopravvivenza senza progressione della malattia superiore a un anno (13,6 mesi).
 
La mutazione dei geni dei recettori EGFR si riscontra nel 10-15% dei pazienti caucasici e nel 40% di quelli asiatici con carcinoma polmonare non a piccole cellule, e le due  mutazioni del gene codificante EGFR (la delezione dell’esone 19 e mutazione  L858R) si riscontrano nel 90% dei casi. LUX-Lung 3 è il più vasto studio condotto ad oggi su pazienti con NSCLC positivo a mutazioni EGFR e il primo, in questa popolazione di pazienti, a impiegare come terapia di confronto pemetrexed/ cisplatino: si tratta di un vasto studio registrativo randomizzato in aperto di Fase III con afatinib vs chemioterapia (pemetrexed  e cisplatino), come terapia di prima  linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) di stadio IIIb o IV con mutazione EGFR.  Lo studio ha coinvolto 345 pazienti di tutto il mondo, con NSCLC positivo a mutazioni EGFR. L’endpoint primario dello studio è stata la sopravvivenza libera da progressione della malattia. “Non solo è stato raggiunto l’endpoint primario, ma afatinib ha anche dimostrato, in particolar modo nei pazienti con le mutazioni EGFR più comuni, di ottenere una sopravvivenza libera da progressione della malattia quasi doppia rispetto alla chemioterapia”, ha commentato James Chih-Hsin Yang, direttore del Centro di Ricerca Oncologica della Facoltà di Medicina dell’Università Nazionale di Taiwan, e coordinatore dello studio. “Considerata l’efficacia dimostrata nel più vasto e rilevante studio registrativo, associata al suo meccanismo d’azione innovativo, afatinib può diventare una delle opzioni terapeutiche più preziose per questa specifica popolazione di pazienti”. I pazienti trattati con il nuovo farmaco hanno inoltre avuto un miglioramento di sintomi quali dispnea (fiato corto), tosse e dolore toracico, sono stati più numerosi di quelli trattati con chemioterapia. Inoltre Afatinib ha anche ritardato la comparsa di questi sintomi.
 
Secondo gli esperti il ritardo nella progressione della malattia riscontrato nei pazienti trattati con afatinib sarebbe associato a un miglior controllo dei sintomi che limitano la qualità di vita di questi malati, tanto che le risposte al questionario standard, sottoposto  ai pazienti con carcinoma polmonare per valutarne la qualità di vita, hanno rivelato come questi fossero in media soddisfatti della terapia anche da questo punto di vista. “Siamo soddisfatti di vedere che il primo farmaco del nostro vasto portfolio  di sviluppo in ambito oncologico abbia dimostrato chiaramente il proprio beneficio clinico e il potenziale di recare concreto beneficio ai pazienti con carcinoma polmonare con mutazioni di EGFR”, ha affermato Klaus Dugi, Corporate Senior Vice President Medicine di Boehringer Ingelheim, che produce il farmaco. “I risultati dello studio clinico LUX-Lung 3 sono molto incoraggianti e ci impegneremo per  rendere disponibile quanto prima questa terapia specifica per i pazienti”.
Per indagare ulteriormente il potenziale di afatinib come terapia del carcinoma polmonare, Boehringer Ingelheim ha infatti avviato due nuovi studi che confrontano in maniera diretta, testa a testa,  il farmaco con altre terapie mirate: rispetto a gefitinib, come terapia di prima linea del carcinoma polmonare non a piccole cellule (NSCLC) positivo alla mutazione EGFR; rispetto a erlotinib, come terapia di seconda linea del carcinoma polmonare a cellule squamose. Inoltre, il farmaco è attualmente in fase di sviluppo clinico di Fase III anche come terapia del carcinoma mammario e del tumore della testa e del collo.
5 giugno 2012
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