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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Non solo Hiv. Italia prima per pazienti con epatite C in Europa

1 ottobre - Fra gli interventi di apertura del Simposio Irids 2012, quello sull’epatite C di Graham Foster – professore di Epatologia presso il Centro per le Malattie Digestive di Barts e alla London School of Medicine and Dentistry di Londra – merita sicuramente una menzione. Soprattutto per via degli sconcertanti dati riportati, che fanno dell’Italia una delle peggiori della classe: nel nostro paese la patologia è troppo diffusa, più che altrove in Occidente, e le capacità di diagnosticarlo sono forse troppo basse. Ma c’è anche qualche dato positivo: l’incidenza sembra infatti essere in calo.
 
“Nel mondo sono 200 milioni le persone affette da Epatite C,  pari a 5 volte i pazienti affetti da HIV, ma l’Italia é fra i Paesi Occidentali con la più alta incidenza di pazienti affetti da HCV”, ha spiegato Forster. All’Italia spetta, inoltre, il primato per numero di pazienti positivi al test dell’HCV (Epatite C) in Europa. Il 3% degli italiani é entrato in contatto con il virus HCV ed i portatori sani della malattia nel nostro Paese sono circa 1,6 milioni.
Recenti dati riportati dal II National Workshop of Economics and Drugs in Hepatology (Roma, Febbraio 2012) hanno anche rivelato che in Italia solo il 40% dei casi di HCV vengono diagnosticati, con ampi margini di miglioramento nello screening della malattia.  
 
Infine, anche un dato incoraggiante: l’incidenza del virus HCV, ovvero il numero di nuovi casi registrati ogni anno in Italia, é in calo. Dal 1985 al 2010 siamo passati da 5 a 2 pazienti infetti su una popolazione di riferimento di 100mila individui (fonte: ISTISAN, Istituto Superiore di Sanità), ma la malattia viene ancora diagnosticata ad un elevato numero di persone che hanno contratto il virus nei decenni scorsi, quando i meccanismi di trasmissione e diffusione della malattia erano meno monitorati. 
1 ottobre 2012
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