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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Come prevenire il rischio di ictus

24 giugno - Un ictus per il cervello equivale a un infarto per il cuore: di norma infatti il sangue circola all’interno dell’organo senza incontrare ostacoli, ma se il flusso ematico viene bloccato da un coagulo di sangue, il cervello perde l’apporto di energia e di ossigeno, subendo danni che possono portare a disabilità o provocare la morte. Sono tre milioni i casi di ictus da fibrillazione atriale che hanno luogo nel mondo ogni anno: il rischio di ictus per i pazienti con FA è cinque volte superiore rispetto alla media.
 
La correlazione tra le due patologie è da considerarsi così grave che, oltre ad una maggiore probabilità di morte e invalidità – rispettivamente del 20% e del 60% – la metà dei pazienti perde la vita entro 12 mesi. In tutto il mondo, inoltre, la fibrillazione atriale rappresenta un problema estremamente costoso per la Salute Pubblica, con spese per le cure pari a circa 6 miliardi di dollari negli USA e oltre 6 miliardi di Euro ogni anno in tutta Europa. Considerato che gli ictus da FA tendono ad essere più gravi, i costi diretti di cura ogni anno sono più elevati con un onere totale per la società che raggiunge 13,5 miliardi di Euro all’anno nella sola Unione Europea.
 
I trattamenti della FA si basano essenzialmente sulla riduzione dei rischi cardiovascolari e di ictus tramite l’assunzione di farmaci antitrombotici e sul ripristino di ritmo e frequenza cardiaca normale. In particolare:
 
• Il Trattamento antitrombotico
Le persone affette da fibrillazione atriale a rischio di ictus vengono generalmente trattate con farmaci anticoagulanti che riducono il rischio della formazione di coaguli di sangue. Si tratta della cosiddetta terapia antitrombotica che comprende farmaci anticoagulanti e antipiastrinici (aspirina) questi ultimi molto meno efficaci. Nonostante gli anticoagulanti costituiscano il trattamento di prima scelta per i pazienti affetti da fibrillazione atriale, risultano ancora evidenti alcune criticità legate all’assunzione dei farmaci da esso previsti: rischio di complicanze emorragiche intracerebrali, controlli costanti degli esami della coagulazione, continuo adeguamento del dosaggio, alto potenziale di interazione con gli altri farmaci o con i cibi ingeriti.
In questo senso, dopo oltre 50 anni, la Commissione Europea ha approvato un anticoagulante orale di nuova generazione – il dabigatran etexilato - per la prevenzione dell’ictus da fibrillazione atriale che ha dimostrato di essere superiore alla vecchia generazione di farmaci in termini di efficacia, tollerabilità, sicurezza e controindicazioni. Questo nuovo derivato della medicina moderna somministrabile a dose fissa giornaliera, oltre a ridurre il rischio di ictus non è influenzato dalle abitudini alimentari del paziente o da altri farmaci e abbassa sensibilmente il rischio dei sanguinamenti intracranici.
 
• Il Trattamento per il controllo della frequenza
Ad alcuni pazienti con fibrillazione atriale ad elevata frequenza cardiaca vengono somministrati farmaci che non eliminano l’aritmia ma riducono il battito cardiaco. In tal modo, si favorisce il corretto funzionamento del cuore e si alleviano sintomi.
 
• Il Trattamento per il controllo del ritmo
A determinati pazienti il medico può prescrivere ulteriori trattamenti quali, per esempio, la cardioversione elettrica per mezzo della quale il cuore viene sottoposto a uno shock elettrico per ricondurre il ritmo cardiaco alla normalità insieme a farmaci antiaritmici per prevenire le recidive dell’aritmia.
24 giugno 2013
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