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QS Edizioni - sabato 18 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Melanoma con linfonodi sentinella positivi: i trattamenti variano in base al centro di cura

di Marilynn Larkin
immagine 22 febbraio - Una ricerca basata su dati provenienti da Australia, Europa e Stati Uniti ha fatto emergere come la scelta del protocollo terapeutico del melanoma con linfonodi sentinella positivi dipenda dal centro di cura e non dal rischio o dallo stadio del melanoma.
(Reuters Health) – I pazienti con melanoma e con linfonodi sentinella positivi vengono gestiti con la sola osservazione, con l’osservazione insieme a terapia adiuvante o resezione dei linfonodi (CLND) e terapia adiuvante: la scelta del protocollo terapeutico dipende dal centro di cura. È quanto osservato da un’analisi internazionale guidata da Kristy Broman, dell’Università dell’Alabama di Birmingham (USA), i cui risultati sono stati pubblicati su Annals of Surgery.

Secondo gli autori, mentre la maggior parte dei pazienti resta in sorveglianza invece di andare incontro a completa resezione dei linfonodi (CLND) e l’uso della terapia sistemica adiuvante è in aumento, permangono significative variazioni geografiche che meritano approfondimenti. Per questo il team ha valutato i dati relativi a 1.109 pazienti trattati in 21 centri tra Australia, Europa e Stati Uniti per il melanoma positivo al linfonodo sentinella tra il 2017 e il 2019.

Durante il periodo di studio, l’uso della CLND è diminuito dal 28% all’8% e l’uso della terapia sistemica adiuvante, di contro, è aumentato dal 29% al 60%. Per la scelta dei due trattamenti, i fattori più influenti erano le dimensioni del tumore nodale e lo stadio. Tuttavia, i pazienti trattati negli USA, rispetto a quelli di Europa e Australia, avevano più probabilità di ricevere una terapia sistemica adiuvante, con o senza CLND.

“Abbiamo buone prove a supporto del fatto che un approccio chirurgico minimale funziona per la maggior parte dei pazienti con tumore ai linfonodi, risparmiando loro ulteriori interventi chirurgici e complicanze a lungo termine”, ha spiegato Borman, secondo la quale tuttavia “considerando le tendenze generali, è sorprendente che ci sia ancora una certa variazione nel trattamento fornito ai pazienti in base a dove hanno ricevuto le cure e non rispetto a quanto è ad alto rischio il melanoma”.

Fonte: Annals of Surgery

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
22 febbraio 2022
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