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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Consumo dei farmaci tra le donne migranti in gravidanza. Le differenze con le donne italiane

immagine 22 aprile - L’analisi mostra che le prescrizioni sono meno frequenti tra le immigrate rispetto alle donne di cittadinanza italiana, sia prima (51,0% vs 58,6%) che dopo la gravidanza (55,1% vs 60, 3%). Al contrario, durante la gravidanza, le straniere ricevono un numero leggermente superiore di prescrizioni (74,9% rispetto al 72,8%). LO STUDIO

L'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) ha promosso la costituzione di una rete, denominata MoM-Net (Monitoring Medication Use During Pregnancy Network), finalizzata a monitorare il consumo di farmaci durante la gravidanza.

MoM-Net è composta da otto Regioni (Lombardia, Veneto, Emilia-Romagna, Toscana, Umbria, Lazio, Puglia, Sardegna) e da una serie di esperti provenienti da istituzioni pubbliche e accademiche italiane.

Tra quest’ultime alcuni ricercatori l’Istituto Superiore di Sanità - Centro Nazionale Ricerca e la Valutazione preclinica e clinica dei Farmaci e Centro nazionale per la Prevenzione delle malattie e la promozione della Salute dell’Istituto Superiore di Sanità. La rete analizza retrospettivamente, attraverso procedure di record-linkage, dati provenienti dai sistemi informativi regionali.

I risultati dell’analisi eseguita dalla rete MoM-Net sono stati pubblicati ad aprile 2022 sull’International Journal of Environmental Research and Public Health nell’articolo “Drug Prescriptions among Italian and Immigrant Pregnant Women Resident in Italy: A Cross-Sectional Population-Based Study”.

L’articolo analizza le prescrizioni dei farmaci in gravidanza e nei tre mesi che la precedono e la seguono in una coorte di donne provenienti da Paesi ad alta pressione migratoria e residenti in Italia (High Migratory Pressure Countries, HMPC) che hanno partorito negli anni 2016-2018 paragonate a donne italiane.

Il principale punto di forza dello studio è l’ampia popolazione presa in esame nelle 8 Regioni partecipanti che include il 58,5% delle nascite avvenute in Italia durante il periodo dello studio.

L’analisi mostra che le prescrizioni sono meno frequenti tra le immigrate rispetto alle donne di cittadinanza italiana, sia prima (51,0% vs 58,6%) che dopo la gravidanza (55,1% vs 60, 3%). Al contrario, durante la gravidanza, le straniere ricevono un numero leggermente superiore di prescrizioni (74,9% rispetto al 72,8%).

In una minoranza di entrambe le popolazioni sono state individuate prescrizioni potenzialmente inappropriate e suscettibili di miglioramento. Le prescrizioni rilevate tra le donne HMCP descrivono profili di salute e possibilità di accesso alle cure durante la gravidanza diversi rispetto alle donne italiane.

La caratterizzazione del profilo prescrittivo delle gestanti straniere è importante per migliorare la loro assistenza durante il percorso nascita con l’obiettivo di ridurre le differenze rilevate negli esiti materni e perinatali in funzione del Paese di origine o della cittadinanza delle donne. È altresì utile per sostenere e indirizzare le politiche per l’erogazione dei servizi sociali e sanitari in Italia dove il fenomeno migratorio rappresenta un elemento strutturale della società, con oltre 5 milioni di cittadini stranieri residenti.

Fonte: Epicentro

22 aprile 2022
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