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QS Edizioni - domenica 28 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Tumore del cervello di basso grado. Chirurgia “aggressiva” prolunga sopravvivenza

immagine 9 gennaio - Uno studio curato da ricercatori dell’Università della California di San Francisco ha rilevato come una chirurgia “aggressiva”, condotta subito dopo la diagnosi, consenta di prolungare notevolmente l’aspettativa di vita nei casi di tumori cerebrali di basso grado, come astrocitoma e l’oligodendroglioma, due sottotipi del glioma.

Il passaggio da un tumore cerebrale di basso grado, a crescita lenta, a un tumore letale può essere ritardato attraverso un intervento chirurgico accurato, condotto subito dopo la diagnosi. È quanto suggerisce uno studio coordinato da ricercatori dell’Università della California di San Francisco (USA), i cui risultati sono stati pubblicati dal Journal of Clinical Oncology.

Il team ha monitorato 392 pazienti con glioma diffuso di basso grado per venti anni. I risultati sono stati validati su due coorti esterne di 365 pazienti. Il glioma diffuso di basso grado, che si divide in due sottotipi, l’astrocitoma e l’oligodendroglioma, è una forma di tumore che colpisce circa 20mila persone negli USA, soprattutto giovani adulti e persone di mezza età. Proprio per la sua natura diffusiva, le cellule tumorali non rilevabili possono crescere lentamente dopo la resezione chirurgica del tumore, portando a recidive e a morte, spesso in meno di due anni.

Secondo gli autori, un intervento chirurgico volto a eliminare il più possibile il tumore subito dopo la diagnosi porterebbe a un significativo vantaggio in termini di sopravvivenza. In particolare, per l’astrocitoma, le persone con meno tumore residuo vivrebbero più di 20 anni dopo la resezione del tumore rispetto a quelle con un maggiore tumore post operatorio che vivrebbero, in media, nove anni. Meno evidenze, invece, ci sarebbero circa l’effetto di una chirurgia accurata contro l’oligodendroglioma, con una sopravvivenza di 19,9 anni rispetto a oltre 20 con poco tumore residuo.

Inoltre, i pazienti che si sottopongono a un intervento più rischioso, noto come “gross total resection”, in cui viene rimosso tutto il tumore visibile oltre a quello evidenziabile alla risonanza magnetica, mostrano una sopravvivenza di 16,2 anni all’astrocitoma, rispetto agli 11,4 a chi non si sottopone a questo tipo di operazione.

Fonte: Journal of Clinical Oncology, 2023

9 gennaio 2023
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