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QS Edizioni - lunedì 6 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Sclerosi multipla. Nuovi dati su fingolimod

immagine 12 ottobre - La terapia orale in mono somministrazione giornaliera avrebbbe confermato il profilo di sicurezza, dimostrando significativi benefici nell’arco dei primi tre mesi sulle ricadute, ed entro 6 mesi sulla perdita di volume cerebrale.
“L’esperienza clinica con fingolimod, prima terapia orale in monosomministrazione giornale, conferma l’elevata efficacia e il suo profilo di sicurezza a lungo termine. Con dati che mostrano un effetto precoce del trattamento sulle ricadute e sulla perdita di volume cerebrale, fingolimod continua a mostrare risultati positivi per i pazienti, aiutando a rispondere ai bisogni terapeutici ancora non soddisfatti nella sclerosi multipla.” Queste le parole con cui David Epstein, Responsabile della Divisione Farmaceutici di Novartis, ha dato annuncio dei più recenti dati sulla rapidità d’azione di fingolimod, prima terapia orale in monosomministrazione giornaliera approvata per le forme recidivanti di sclerosi multipla (SM) con un’efficacia che si mantiene nel tempo. I risultati completi dei test sul farmaco saranno presentati nel corso del 28° congresso dell’European Committee for Treatment and Research in Multiple Sclerosis (ECTRIMS).
 
Fingolimod (Gilenya®) è il primo di una nuova classe di compostichiamati modulatori dei recettori della sfingosina 1-fosfato (S1PR), un trattamento orale in monosomministrazione giornaliera generalmente molto efficace per la sclerosi multipla. Negli studi clinici è stato in genere ben tollerato con un profilo di sicurezza gestibile e vi è sempre maggiore esperienza sul profilo di efficacia e sicurezza a lungo termine del farmaco, con circa 49.000 pazienti che sono stati trattati nel corso degli studi clinici e nella pratica clinica. Attualmente, ci sono circa 52.000 pazienti-anno di esposizione.
 
È una nuova analisi post-hoc, di due ampi studi di fase III(FREEDOMS e FREEDOMS II), a mostrare che il trattamento con fingolimod 0,5 mg determina, rispetto al placebo, significativi benefici nell’arco dei primi tre mesi sulle ricadute ed entro 6 mesi sulla perdita di volume cerebrale. Entro tre mesi dall’inizio del trattamento con fingolimod è stato infatti osservato un significativo effetto sul tempo alla prima ricaduta. Le differenze tra fingolimod e il placebo sono diventate stabilmente significative, rispettivamente dall’82° giorno nello studio FREEDOMS (n=1272) e dal 64° giorno nello studio FREEDOMS II (n=1083).
Nello studio FREEDOMS, inoltre, nei pazienti trattati con fingolimod 0,5 mg, si è osservata una riduzione, rispetto al placebo, del 35% della perdita di volume cerebrale valutata con la risonanza magnetica eseguita a sei mesi dall’inizio del trattamento (variazione percentuale di volume cerebrale di –0,22 con fingolimod rispetto a –0,34 con placebo; p=0,006). Nello studio FREEDOMS II, a sei mesi si è avuta una riduzione del 39% della perdita di volume cerebrale (variazione percentuale di volume cerebrale di
–0,23 con fingolimod rispetto a –0,38 con placebo).
 “Capire l’inizio dell’efficacia è un elemento di valutazione importante nel trattamento della sclerosi multipla, in quanto una precoce efficacia può migliorare gli esiti del trattamento” ha sottolineato il Professor Ludwig Kappos, MD, Chair of Neurology, University Hospital, Basilea. “La nuova analisi dei dati di fase III dimostra un precoce e significativo effetto di fingolimod sulle ricadute e sui parametri valutati con la RM, e supportano ulteriormente il suo ruolo come opzione terapeutica importante per il trattamento della sclerosi multipla recidivante-remittente.”
 
Ma questi non sono gli unici dati disponibili sul farmaco.I primi risultati dello studio osservazionale PANGAEA, condotto in Germania indicano che il 90% dei clinici e il 91% dei pazienti hanno considerato il trattamento con fingolimod, in termini di efficacia e tollerabilità, come “Buono” o “Molto buono”. PANGAEA è uno studio condotto in Germania che coinvolgerà 4.000 pazienti con un follow-up a 5 anni con l’obiettivo di valutare l’efficacia e la sicurezza di fingolimod nella pratica clinica. A maggio 2012, un anno dopo l’attivazione del registro, sono stati arruolati oltre 1.850 pazienti, in 475 centri. Questi risultati mostrano un profilo di sicurezza in linea con i dati precedenti.
 
Inoltre, un’altra analisi relativa al tempo di interruzione della terapiatra i pazienti con SM in trattamento con fingolimod e quello osservato nei pazienti in trattamento con altre terapie disease modifying (DMT) (n=1891) ha evidenziato nei pazienti trattati con fingolimod non solo una significativa minor propensione a sospendere il trattamento (fingolimod: 27,8%, con altre terapie disease modifying in studi di coorte: 42,7-54,5%), ma lo interrompono anche più tardi rispetto ai pazienti che fanno ricorso a DMT iniettabili.
 
Ulteriore conferma del profilo di sicurezza sono poi i risultatiprovenienti da oltre 3.500 pazienti, dagli studi di fase II, fase III e dall’estensione degli studi su fingolimod. Questi mostrano un profilo di sicurezza in linea con i precedenti risultati. Per un totale di 9.070 pazienti-anno di esposizione, con 1.510 pazienti trattati per più di tre anni e alcuni per oltre sette anni.
Ad agosto 2012, oltre 49.000 pazienti sono stati trattati con fingolimod negli studi clinici e nella pratica clinica per un totale di circa 52.000 pazienti-anno di esposizione5.
 
In tutti gli studi clinici, gli effetti indesiderati più comuni sono stati cefalea,incremento degli enzimi epatici, influenza, diarrea, mal di schiena e tosse.
Altri possibili effetti collaterali correlati a fingolimod comprendono bradicardia, transitoria e generalmente asintomatica, e blocco atrio-ventricolare all’inizio del trattamento, lieve aumento della pressione arteriosa, edema maculare e lieve broncocostrizione.
Il tasso generale di infezioni, comprese quelle gravi, è stato simile nei vari gruppi di trattamento, benché nei pazienti trattati con fingolimod sia stato osservato un lieve aumento di infezioni a carico delle vie respiratorie inferiori (principalmente bronchiti).
I casi di neoplasie riportato negli studi clinici è stato basso, con un’incidenza comparabile tra i gruppi trattati con fingolimod e i gruppi di controllo.
12 ottobre 2012
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