Le apnee ostruttive del sonno sono un disturbo cronico che colpisce circa 30 milioni di persone. Lo strumento diagnostico principale per l’apnea ostruttiva è l’indice di apnea-ipopnea (AHI), che indica il numero medio di volte all’ora in cui la respirazione si interrompe parzialmente o completamente durante il sonno. Questo metodo, però, non fa emergere i potenziali rischi sulla salute associati alla condizione. Inoltre, la misurazione è influenzata da variabili soggettive e l’AHI cambia di molto tra una notte e l’altra, per cui ha una validità limitata.
Il nuovo metodoPer mettere a punto un nuovo metodo, un team di ricercatori del gruppo SCAN (Mount Sinai Sleep and Circadian Analysis) del Mount Sinai ha definito un intervallo normale del carico ventilatorio e ne ha valutato la variabilità da notte a notte, mostrando la correlazione con l’ostruzione delle vie aeree superiori. I ricercatori, analizzando 34 milioni di respiri da 5000 partecipanti, hanno valutato la relazione tra carico ventilatorio e rischio di mortalità, compresa quella associata a malattie cardiovascolari, attraverso l’uso di un algoritmo automatizzato. Inoltre hanno misurato la relazione tra carico ventilatorio, ipertensione e sonnolenza scoprendo, così, che la misurazione automatizzata del carico ventilatorio non solo è in grado di valutare in modo efficace la gravità dell’apnea ostruttiva del sonno, ma resta stabile tra una notte e l’altra ed è utile nel prevedere la mortalità.
“Attualmente, per determinare la gravità delle apnee notturne ci si basa su metodi grezzi che non prevedono il rischio di malattie cardiovascolari o di mortalità”, ha affermato il primo autore dello studio
Ankit Parekh, della Icahn School of Medicine, “Abbiamo sviluppato un modo per analizzare i test condotti di routine sul sonno, per prevedere il rischio di malattie cardiovascolari e mortalità, così medici avranno strumenti meglio convalidati e i pazienti potranno ricevere cure migliori”.
Fonte: American Journal of Respiratory and Critical Care Medicine 2023