“È necessario un nuovo patto per la competitività europea, ancorato a un mercato unico pienamente integrato, che richiederà sforzi a livello sia dell'Unione che degli Stati membri e in tutti i settori d'intervento per colmare i divari in termini di crescita, produttività e innovazione tra l'Unione e i suoi partner e principali concorrenti internazionali”. E’ questa una delle
conclusioni del Consiglio Europeo tenuto il 17 e 18 aprile. Un obiettivo condiviso dalla Federazione europea degli industriali del farmaco (Efpia), che in una nota sottolinea come il nuovo patto europeo sulla competitività dovrà prevedere anche una strategia dedicata alla salute e alle scienze della vita.
“Il nostro settore – sottolinea in una nota direttore generale dell'Efpia,
Nathalie Moll - negli ultimi due decenni ha assistito a un calo del 25% della quota di investimenti globali in ricerca e sviluppo. Considerando che è il settore che contribuisce più di ogni altro alla bilancia commerciale dell’UE, la posta in gioco è alta”.
Del resto, sottolineano gli industriali del farmaco, “oltre ad essere il maggior contribuente positivo alla bilancia commerciale dell’UE, il settore è unico nel creare valore sociale migliorando la salute e stimolando la crescita. Reinveste una percentuale maggiore di entrate in ricerca e sviluppo rispetto a qualsiasi altro settore, impiegando 2,7 milioni di persone altamente qualificate in tutta Europa e promuovendo un ecosistema di piccole aziende biotecnologiche, ospedali universitari e accademici”.
Per l’Efpia “un’industria farmaceutica forte e basata sulla ricerca è fondamentale per consentire all’Europa di riacquistare competitività e rafforzare la resilienza economica e sanitaria di fronte alla situazione globale sempre più insicura”.
“L’Europa – ribadisce Moll - ha un disperato bisogno di un accordo sulla competitività con una strategia globale in materia di salute e scienze della vita per un futuro più sano, più resiliente e competitivo”.