Qualche luce e tante ombre nello schema della nuova remunerazione proposto negi giorni scorsi dal ministero della Salute, secondo Federfarma Servizi. “Pur cogliendo gli aspetti positivi relativi all'introduzione di meccanismi innovativi nella determinazione della stessa, evidenzia la necessità di osservazioni e insieme di incongruenze meritevoli di approfondimento”, spiega una nota che fa il punto sulla materia analizzata nel corso dell'Assemblea della Federazione, lo scorso 17 gennaio.
In particolare, secondo Federfarama servizi, “la riduzione della quota fissa, nella prospettiva dell'abbassamento della spesa farmaceutica, non appare sufficiente alla copertura dei costi distributivi e fortemente penalizzante rispetto all'accordo siglato all Aifa 16 ottobre 2012”.
Inoltre, “la necessità di tenere in un unico modello retributivo tutte le tipologie di distribuzione garantendo le relative coperture dei costi, in particolare l'attività di distribuzione per conto (DPC), non è assicurata nei suoi costi dal proposto modello”.
Infine, “la difficoltà di applicabilità tecnico-logistica della suddetta proposta che prevede diversità di remunerazione per differenti tipologie di vendite, rappresentano alcuni degli aspetti da approfondire” secondo Federfarma Servizi, che alla luce di queste considerazioni si dichiara “disponibile ai conseguenti tavoli e momenti di confronto, nella certezza delle decisioni e degli interlocutori istituzionali”.