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QS Edizioni - domenica 5 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Colite ulcerosa: quando i farmaci tradizionali non bastano

di Maria Rita Montebelli
immagine 23 febbraio - Presentato al congresso ECCO di Copenhagen, lo studio UC CARES che ha preso in esame lo stato di controllo di malattia e il suo gradimento da parte di pazienti affetti da colite ulcerosa mai trattati con farmaci biologici. L’87% dei pazienti non ha la malattia in remissione e la metà non è soddisfatta del trattamento ricevuto
Otto pazienti su dieci di quelli affetti da retto-colite ulcerosa non riescono a controllare la loro malattia con le terapie tradizionali. Lo dimostrano i risultati dello studio multicentrico internazionale UC CARES (Ulcerative Colitis Condition, Attitude, Resources and Educational Study), condotto su 250 pazienti arruolati in 11 Paesi, tra i quali l’Italia. Lo studio, presentato a Copenhagen, in occasione del congresso della European Crohn’s and Colitis Organisation (ECCO) ha evidenziato anche che circa la metà dei pazienti in trattamento con i farmaci tradizionali (corticosteroidi, gli aminosalicilati e le tiopurine), non si ritiene soddisfatto del trattamento ricevuto.
 
“La colite ulcerosa è una malattia infiammatoria cronica dell’intestino che ha un impatto importante sulla qualità di vita del paziente e che, se non adeguatamente trattata, può portare a complicanze anche gravi - spiega il dott. Alessandro Armuzzi, responsabile dell'Unità Operativa di Diagnosi e Terapia delle Malattie Infiammatorie Croniche Intestinali del Complesso Integrato Columbus, Università Cattolica di Roma. I risultati dello studio UC CARES evidenziano l’importanza di un puntuale approccio step-up nel trattamento di quei pazienti che non sono adeguatamente controllati con le terapie convenzionali.”
 
UC CARES è uno studio osservazionale, multicentrico e internazionale, che aveva lo scopo di valutare il controllo della malattia e la soddisfazione con il trattamento in corso, da parte di pazienti affetti da colite ulcerosa attiva, di grado da moderato a severo. E’ stato commissionato da MSD, in collaborazione con la IMS Health di Barcellona.
 
I 250 pazienti dello studio sono stati arruolati presso 46 centri in 11 Paesi europei (Belgio, Francia, Germania, Grecia, Italia, Olanda, Spagna, Svezia, Svizzera, Turchia e Regno Unito). Tutti erano affetti da colite ulcerosa attiva, di grado da moderato a severo (con un Mayo score ≥6) e non erano mai stati trattati con farmaci biologici; al momento dello studio, il 63,2% era in trattamento con tiopurine, il 75,2% con aminosalicilati ed il 23,6% con corticosteroidi. L’87,2% dei pazienti non trattati con corticosteroidi negli ultimi due mesi, non presentava un buon controllo della malattia, cioè il mantenimento della remissione.
 
Sono un milione e 100 mila gli europei affetti da colite ulcerosa, una malattia che colpisce 2,5 milioni di persone nel mondo. L’età di prima diagnosi è in genere intorno ai 30 anni, ma non mancano casi tra i bambini o in età più avanzata. La malattia causa a livello del colon una grave infiammazione, che può arrivare ad ulcerare la mucosa o il suo strato più interno. I pazienti nella fase attiva della malattia presentano numerose scariche diarroiche con emissione di sangue e dolori addominali, che possono portare a perdita di peso, anemia e a gravi complicanze. Un paziente su cinque andrà incontro nel corso della vita all’intervento di colectomia (rimozione chirurgica del colon).
 
Maria Rita Montebelli
23 febbraio 2014
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