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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Cittadinanzattiva: "No al passaggio in fascia C del Myleran. Cura anche la leucemia. E ai pazienti costerà 387 euro a confezione"

immagine 10 dicembre - Molte le segnalazioni arrivate all'associazione in merito allo spostamento in fascia C del farmaco utilizzato per la cura di alcune gravi patologie tra cui la leucemia granulocitica cronica. Il medicinale fino a pochi mesi fa era in fascia A e quindi a carico del Ssn. Ora è stato riclassificato da Aifa in fascia C e il prezzo è salito da 15,79 a 387,84 euro. 
Numerose le segnalazioni di cittadini arrivate in queste settimane al Pit Salute di Cittadinanzattiva-Tribunale per i diritti del malato, in merito allo spostamento in fascia C del farmaco Myleran, utilizzato per la cura di gravi patologie quali la policitemia vera, la mielofibrosi, la leucemia granulocitica cronica e la trombocitemia essenziale.
 
Il medicinale, fino a pochi mesi fa era in fascia A e quindi a carico del Ssn; successivamente è stato riclassificato dall’Aifa, anche su richiesta del produttore, che lo ha incluso tra quelli di fascia C, quindi a carico dei cittadini, perché esistono alternative terapeutiche. Risultato: si è passati da un costo per il Ssn di 15,79 euro a 387,84 euro per il paziente e la valida alternativa terapeutica individuata, di fatto, non va bene per tutti, come certificano gli specialisti. Per questo il Tribunale per i diritti del malato ha sollecitato con l’invio di una lettera un intervento risolutivo da parte delle Istituzioni competenti per garantire che nei casi in cui il medico certifichi l’indispensabilità ed insostituibilità di Myleran, il farmaco sia a carico del Ssn.

“Nel passaggio dalla fascia A alla fascia C di alcuni farmaci, soprattutto se indispensabili e insostituibili per patologie gravi, a rimetterci non possono essere i pazienti che, a causa del vertiginoso aumento dei costi scaricati sulle loro tasche - oltre 300 euro a confezione nel caso del Myleran - , ci dicono che potrebbero rinunciare persino a curarsi. Tutto questo non è compatibile con i principi del Servizio Sanitario Nazionale. Forse qualcosa nella riclassificazione non ha funzionato come avrebbe dovuto. Attendiamo urgenti risposte concrete da parte delle Istituzioni”. Queste le dichiarazioni di Tonino Aceti, Coordinatore Nazionale del Tribunale per i diritti del malato-Cittadinanzattiva.
10 dicembre 2014
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