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QS Edizioni - martedì 7 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Non riesci a controllare l’appetito? Ecco come fare. Solo con la tua “forza” di volontà

di Maria Rita Montebelli
immagine 19 febbraio - Uno studio americano dimostra che sviluppare le funzioni esecutive, con ‘sede’ nella corteccia prefrontale del cervello, consente di mantenere i buoni propositi, anche a tavola. Non solo aiuta a seguire la dieta, ma permette anche di mantenere il peso forma nel tempo. Arti marziali ed esercizi al computer sono utili per allenare questa zona del cervello.
Prendi un gruppo di adolescenti affamati, mettili dentro un apparecchio per risonanza magnetica funzionale e mostragli fotografie del junk food di cui vanno pazzi: hamburger, patatine, dolciumi grondanti di panna e sciroppi. Non è una sofisticata forma di tortura (i ragazzi erano tutti volontari), ma un modo per studiare il funzionamento del cervello dei teenager per quanto attiene la loro reazione al cibo e per capire perché alcuni ne ingurgitano a dismisura e altri riescono a controllarsi e a rimanere in forma.
 
L’esperimento, pubblicato su Obesity,  ha coinvolto 34 ragazzi che sono stati assegnati a tre gruppi: i soprappeso, gli ex-cicciottelli che avevano ritrovato il peso forma da almeno un anno, quelli sempre stati nel giusto peso. I ragazzi venivano tutti tenuti a digiuno per quattro ore, prima di essere sottoposti allo studio di  neuro-imaging funzionale per valutare le risposte cerebrali alla proiezione delle immagini di cibo sano e non.
 
Gli autori dello studio hanno esaminato attentamente quali aree del cervello si ‘accendevano’ alla vista del cibo; in particolare la loro attenzione si è concentrata sulla corteccia prefrontale, sede delle funzioni esecutive, cioè della capacità di processare e di dare una priorità a interessi contrastanti.
 
Alla vista del cibo ad elevato contenuto calorico, è stato il cervello degli ex-sovrappeso ad attivarsi maggiormente in questa regione (in particolare a livello della corteccia prefrontale dorso-laterale), rispetto ai ragazzi in sovrappeso e a quelli sempre stati magri. Segno questo – interpretano gli autori – che negli ex-sovrappeso, i processi delle funzioni esecutive sono più sviluppati che negli altri gruppi. Ed è forse proprio questa la spiegazione del loro successo non solo nel perdere peso, ma anche e soprattutto nel mantenere in seguito il peso forma.
 
I ragazzi in sovrappeso al contrario, alla vista di patatine fritte e dolciumi, mostravano una marcata attivazione di altre due regioni cerebrali, lo striato ventrale e la corteccia cingolata anteriore, implicate nei meccanismi di ‘ricompensa’ (reward).
 
“E’ possibile allenarsi per migliorare il controllo esecutivo – afferma Brock Kirwan, neuroscienziato della Brigham Young University e coautore dello studio – Per questo, esistono programmi di successo che richiedono tuttavia una pratica assidua e di impegnarsi in sfide sempre più complesse di controllo esecutivo”.
 
Tra le attività che possono essere messe in campo per esercitare queste funzioni – ricordano gli autori – ci sono degli esercizi di training al computer, giochi, attività fisica di tipo aerobico, arti marziali e yoga. Oltre ad impegnarsi in compiti di difficoltà crescente, gli autori ritengono molto importante porre l’accento sulle ricompense dilazionate.
 
Grazie ai risultati di questo studio, che confermano quelli di altri condotti in passato sugli adulti, gli autori ritengono dunque di aver trovato una maniera efficace per aiutare i ragazzi in sovrappeso a perdere peso. Allenarsi per rafforzare le funzioni esecutive, potrebbe rivelarsi una strategia di maggior successo rispetto alla semplice prescrizione di un regime dietetico. Negli adulti, come negli adolescenti.
 
Maria Rita Montebelli
19 febbraio 2015
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