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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Mindfulness e depressione maggiore: studio italiano che isola il fattore chiave del cambiamento

di Alberto Chiesa
immagine 2 maggio - "Mindfulness" è stato tradotto in italiano con il termine "consapevolezza". Anche se non del tutto esaustivo, questo concetto ci introduce immediatamente nel cuore della questione: la mindfulness è un modo di essere, di prestare attenzione consapevole al proprio corpo, alle proprie emozioni e ai propri pensieri, nel momento presente
Ad oggi sembrano esserci sempre meno dubbi: la pratica della meditazione basata sulla mindfulness (consapevolezza non discorsiva) può ridurre in maniera significativa i sintomi depressivi in soggetti depressi che, nonostante un adeguato trattamento antidepressivo, non sono riusciti a raggiungere la remissione di malattia. A confermarlo è uno studio da poco pubblicato su "Psychiatry Research" dal team di ricerca dell'università di Bologna che ho il piacere di coordinare.
 
Nonostante i numerosi trattamenti farmacologici ad oggi disponibili per la cura della depressione maggiore, le attuali evidenze mostrano come almeno un terzo dei pazienti depressi non tragga pieno beneficio dal trattamento, anche dopo aver ricevuto più trattamenti consecutivi, e che l'interesse verso medicine complementari, tra cui la meditazione, è in continua crescita. Tra gli interventi psicologici basati sulla meditazione, la terapia cognitiva basata sulla mindfulness (TCBM), un percorso di 8 settimane che integra le antiche pratiche di consapevolezza coltivate da millenni nella tradizione orientale con la moderna terapia cognitivo-comportamentale, è uno dei percorsi che nell'ultimo decennio ha ricevuto crescente attenzione.
 
Già dell'inizio degli anni 2000 si sapeva che la TCBM offerta a soggetti depressi in fase di remissione e con più di tre precedenti episodi di malattia poteva essere efficace nel prevenire le ricadute depressive. Tuttavia fino ad oggi solo pochi studi ne avevano suggerito la potenziale efficacia nel ridurre la sintomatologia depressiva in soggetti correntemente depressi. Inoltre, gli studi fino ad oggi disponibili erano limitati dall'assenza di adeguati gruppi di controllo che non permettevano di comprendere se gli effetti positivi osservati a seguito del trattamento fossero specificamente legati alla pratica della meditazione di mindfulness piuttosto che ad altri fattori comuni a tutti i gruppi di aiuto (quali l'aspettativa di un beneficio, il ricevere attenzioni da parte un operatore o il supporto ricevuto da parte degli altri partecipanti) e soprattutto se gli effetti benefici osservati al termine del protocollo si mantenessero nei mesi successivi.
 
Lo studio pubblicato dal nostro team si è quindi focalizzato su soggetti depressi che, a dispetto di un adeguato trattamento antidepressivo, non avevano raggiunto la remissione di malattia, indirizzati in maniera randomizzata (cioè casuale, al fine di ridurre al minimo possibili fattori di confondimento) ad un gruppo di TCBM o ad un gruppo di controllo psico-educativo strutturato per uguagliare in tutto e per tutto il protocollo di TCBM ma che escludesse lo specifico training alle pratiche di mindfulness. I risultati dello studio hanno dimostrato la superiore efficacia della TCBM paragonata al gruppo di controllo tanto nel ridurre i sintomi depressivi quanto nel migliorare la qualità della vita, mostrando anche come i risultati osservati dopo il termine del programma si mantenessero costanti al successivo follow-up di 6 mesi: un ulteriore passo avanti che dimostra come essere consapevoli possa essere di grande aiuto, anche per uscire del buio tunnel della depressione.
 
Alberto Chiesa
Istruttore di interventi basati sulla mindfulness
Dottore di ricerca in neuropsicofarmacologia
2 maggio 2015
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