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QS Edizioni - mercoledì 8 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Dialisi. Se notturna presenta un tasso di mortalità maggiore

di Anne Harding
immagine 6 maggio - La dialisi tradizionale rimane l’approccio standard, ma il numero di pazienti che ricevono una frequente emodialisi notturna sta aumentando.
(Reuters Health) – Secondo i dati del FrequentHemodialysis Network (FHN) Nocturnal Trial, i pazienti sottoposti a frequenti emodialisi notturne hanno un tasso mortalità più elevato rispetto a quelli trattati con dialisi convenzionale. Il dottor Alan Kliger, uno degli autori, medico del Yale New Haven Hospital del Connecticut, ha affermato che i risultati divergono da quelli di molti studi osservazionali secondo cui una frequente emodialisi notturna fornisce esiti davvero migliori. “Una grande sorpresa per tutto il team", ha aggiunto Kliger.” Anche se lo studio deve essere interpretato con attenzione,“credo che suggerisca l’importanza di valutare attentamente i possibili danni che il trattamento può portare”.

Secondo Kliger, la dialisi tradizionale rimane l’approccio standard, ma il numero di pazienti che ricevono una frequente emodialisi notturna sta aumentando.

Nel FHN Nocturnal Trial originale, i ricercatori hanno randomizzato e osservato 87 pazienti sottoposti a dialisi notturna sei volte a settimana, o in regime di dialisi domiciliare tre volte a settimana, per un anno. La prima forma di dialisi ha prodotto molti risultati intermedi. Il nuovo rapporto, pubblicato l’8 aprile sulla versione online dell’American Journal of Kidney Diseases, analizza l’esito secondario pre-specifico di morte. Il follow-up medio, che includeva sia il periodo del trial che quello successivo, era di 3,7 anni. Nel gruppo della dialisi notturna sono morti due pazienti durante il trial e 12 durante il follow-up, mentre nel gruppo di controllo, uno è morto durante lo studio e quattro durante il periodo successivo. Per il gruppo della dialisi notturna, il rapporto di rischio per mortalità complessiva era 3.88 (p=0.01).

“Un fattore da considerare nell’interpretazione dei risultati è il tasso di mortalità molto basso nei gruppo di controllo - ha affermato il dottor Kliger -. Infatti, mentre la percentuale di mortalità di pazienti in dialisi facenti parte della popolazione generale va dal 18 al 19% per paziente all’anno, per i partecipanti al gruppo di controllo la percentuale si aggirava intorno al 3%. I pazienti che hanno preso parte allo studio avrebbero potuto essere un gruppo auto-selezionato e più in salute rispetto al paziente medio in dialisi”.I ricercatori hanno effettuato anche un’analisi Bayesiana per determinare le probabilità che diversi possibili risultati fossero veri. Ne è emerso che “era molto improbabile” questa elevata mortalità a seguito di dialisi notturna, ma esisteva una ragionevole possibilità che non ci fosse nessun effetto sulla mortalità, ha affermato il dottor Klinger.

"La nostra interpretazione generale è che la probabilità che una dialisi più frequente riduca la mortalità è molto bassa e non diciamo altro” ha concluso il ricercatore.

Anne Harding
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
6 maggio 2015
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