Un Comitato Etico unico nazionale che sostituisca i circa 91 presenti attualmente nel nostro Paese e che permetta all’Italia di essere competitiva con il resto del mondo nelle sperimentazioni cliniche. Ad auspicarlo, dopo
Fofi,
Fimmg e
Farmindustria, è ora anche FederAnziani, che risponde così all’
articolo pubblicato il 10 maggio su Il Sole 24 Ore Domenica a firma del Direttore Generale dell’Aifa,
Luca Pani.
"Un’evoluzione che gioverebbe moltissimo ai malati cronici - dichiara il presidente di FederAnziani Senior Italia,
Roberto Messina - poiché consentirebbe di accelerare significativamente le sperimentazioni cliniche, di dare ai pazienti risposte più rapide e di avere a disposizione molto prima importanti farmaci innovativi per le cure. Nella situazione attuale infatti, i lunghissimi tempi per la formulazione definitiva dei pareri unici da parte dei Comitati Etici italiani, non solo fa perdere all’Italia sperimentazioni importanti ma si ripercuote poi sulla salute dei pazienti costretti ad aspettare ulteriormente per ricevere cure adeguate. Gli over 65 - continua Messina - rappresentano il 66% degli assuntori di medicinali ma solo il 10% dei farmaci è stato sperimentato sugli anziani. Un Comitato Etico unico potrebbe rappresentare la via per concentrare le sperimentazioni cliniche di determinati farmaci sulla terza età e portare in Italia sperimentazioni di valore”.