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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Cancro al seno. Più monitoraggio cardiaco per le pazienti che assumono trastuzumab

di Lorraine L. Janeczko
immagine 18 maggio - Le linee guida del National Comprehensive Cancer Network, per chi assume questo farmaco, raccomandano il monitoraggio cardiaco al basale e a 3 6 e 9 mesi dall’inizio della terapia.
(Reuters Health) – Le pazienti che assumono trastuzumab come terapie adiuvante per il cancro al seno necessitano di monitoraggio cardiaco, anche se la maggior parte delle volte non vengono sottoposte a controlli di questo tipo. Questa evidenza emerge dalla revisione di alcuni dati estratti dai database Surveillance, Epidemiology, and End Results (SEER) e dal Texas Cancer Registry (USA), condotta Mariana Chavez-MacGregor, assistente di prevenzione del cancro alla University of Texas MD Anderson Cancer Center di Houston, per esaminare i pattern e l’adeguatezza del monitoraggio cardiaco e per valutare i fattori associati a questa pratica. La ricerca è stata pubblicata sul Journal of Clinical Oncology online.

I ricercatori hanno selezionato 2.203 pazienti a partire dai 66 anni, con un’età media di 72, a cui era stato diagnosticato un cancro al seno di fase da 1 a 3 tra il 2005 e il 2009. Tutte le donne erano trattate con trastuzumab. Le linee guida del National Comprehensive Cancer Network, per chi assume il trastuzumab, raccomandano il monitoraggio cardiaco al basale dopo 3 6 e 9 mesi dall’inizio della terapia. Coloro che erano state sottoposte a un monitoraggio cardiaco ottimale avevano ricevuto la diagnosi recentemente (rapporto di rischio 1.83), erano in cura da un medico laureato dopo il 1990 (rapporto di rischio 1.66), o da un medico donna (rapporto di rischio 1.37) e assumevano antraciciline (rapporto di rischio 1.39).

Soltanto 793 (36.0%) delle pazienti erano state adeguatamente controllate. “Attestandosi al 36%, le percentuali di monitoraggio cardiaco ottimale in questo interessante studio sono risultate sorprendentemente basse, data l’immediata disponibilità delle linee guida per determinare la pratica medica e la consapevolezza che le pazienti più anziani sono particolarmente a rischio di cardiotossicità, rendendo fondamentale il monitoraggio”, ha commentato Tracey O’Connor, professoressa associata di oncologia al Roswell Park Cancer Institute di Buffalo, New York.

FONTE: Journal of Clinical Oncology 2015

Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 
18 maggio 2015
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