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QS Edizioni - mercoledì 8 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Hiv. Test rapido dal medico di famiglia per ridurre l’infezione

immagine 26 maggio - Uno studio britannico, condotto tra i medici di base di un sobborgo di Londra e pubblicato su Lancet, ha mostrato l’importanza dell’inserimento del test rapido dell’HIV nei livelli di assistenza primaria. Nel gruppo che ha effettuato i test, le diagnosi precoci sono state più del doppio rispetto al gruppo di controllo.
(Reuters Health) -  Il test rapido per l’HIV (HIV antibody test) nelle cure primarie conduce a un incremento e a una rilevazione più precoce delle persone infette. È quanto emerge da uno studio britannico pubblicato da Lancet HIV.

Tra il 2010 e il 2012, i ricercatori della Queen Mary University of London, guidati da Werner Leber, hanno condotto un trial controllato e randomizzato a gruppi per verificare se la somministrazione del test rapido nella pratica delle cure primarie possa generare un aumento di diagnosi precoci. A questo studio hanno preso parte quaranta medici di base del borgo londinese di Hackney.

Venti medici sono stati assegnati al gruppo di intervento, che aveva il compito d fare training allo staff di collaboratori e di effettuare test HIV di routine al momento di presa in carico di nuovi pazienti (n=44,971).Il gruppo degli altri venti medici , invece,non ha inserito il test rapido dell’HIV tra le cure primarie (n=38,464). Complessivamente, nel periodo dello studio, sono state effettuate 46 nuove diagnosi , di cui 32 nel gruppo di intervento precoce e 14 nel gruppo delle cure normali. Tutti i pazienti HIV positivi sono stati poi avviati alle cure specialistiche.

“Il test rapido dell’HIV è una delle numerose armi che abbiamo a disposizione per prevenire l’infezione – hanno commentato Amanda Castle e Irene Kuo, della George Washington University di Washington (USA) – pertanto gli interventi che possono essere effettuati a tutti i livelli della terapia dell’HIV dovrebbero essere sviluppati nella prospettiva di un obiettivo terapeutico coordinato e di effetto a lungo termine, allo scopo di ridurre la trasmissione globale dell’HIV”.

Reuters Staff
(Versione italiana Popular Science/Quotidiano Sanità) 
26 maggio 2015
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