toggle menu
QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Cancro seno. Identificato l’enzima responsabile dei tumori secondari dell’osso. Potrebbero essere utili anche farmaci anti osteoporosi

di Viola Rita
immagine 27 maggio - Per bloccare i tumori secondari all’osso prodotti dal cancro al seno si potrebbe agire fermando l’enzima LOX (lisil ossidasi). Questo enzima, rilasciato dal carcinoma mammario, prepara il terreno per la diffusione delle cellule tumorali nell’osso. Inoltre, i bifosfonati, farmaci già utilizzati contro l’osteoporosi, potrebbero essere utili anche per prevenire la diffusione del tumore. Lo studio su Nature
Oggi, un gruppo di scienziati dell’Università di Sheffield e dell’Università di Copenhagen ha identificato un possibile meccanismo alla base della diffusione di tumori secondari nel caso del cancro alla mammella: il meccanismo è legato ad un enzima, LysYl Oxidase(LOX – lisil ossidasi), rilasciato dal tumore primario, che favorisce la formazione di ‘buchi’ nell’osso e prepara il terreno per lo sviluppo di un tumore secondario in questo tessuto. Lo studio è stato pubblicato su Nature.
La ricerca è stata condotta presso l’Institute of Cancer Research, a Londra, insieme alla Dottoressa Alison Gartland del Dipartimento Del Metabolismo Umano presso l’Università di Sheffield. Lo studio potrebbe portare ad un miglioramento della prognosi a lungo termine nei pazienti affetti da tumore.
 
In generale, in certi casi il cancro alla mammella può diffondersi dando luogo a tumori secondari, localizzati principalmente all’interno dell’osso. Questi tumori comportano gravi manifestazioni, tra cui dolori ossei e fratture che necessitano vasti interventi chirurgici.
In base ai risultati dello studio, l’identificazione precoce dell'enzima LOX nei pazienti con tumore della mammella ER negativo (oestrogen receptor negative), potrebbe consentire ai medici di bloccare l'attività dell'enzima stesso: in questo modo si potrebbero prevenire i danni ossei e la diffusione delle cellule tumorali nelle ossa (metastasi), bloccando la progressione della malattia.
Inoltre, i ricercatori illustrano che esiste una classe di farmaci contro l’osteoporosi che potrebbe contrastare il tumore: infatti, il trattamento con bifosfonati, una classe di farmaci  - già esistenti e già utilizzati per il trattamento di malattie come l'osteoporosi -, che impedisce la perdita di massa ossea, è risultato in grado, in modelli animali di topo, di prevenire i cambiamenti nell'osso e la diffusione della malattia.
 
"Si tratta di un importante progresso nella lotta contro le metastasi del cancro al seno e questi risultati potrebbero portare a nuovi trattamenti in grado di bloccare tumori secondari (da carcinoma della mammella) che crescono all’interno delle ossa, aumentando le possibilità di sopravvivenza per migliaia di pazienti”, ha dichiarato la Dottoressa Gartland.  
 
"Una volta che il tumore si diffonde nell’osso è davvero complicato da trattare. La nostra ricerca porta alla luce la modalità con cui le cellule del carcinoma mammario ‘bonificano’ l’osso preparando il loro attecchimento all’interno di esso”, ha aggiunto la Dottoressa Janine Erler, che ha co-condotto lo studio, formerly Team Leader in Cancer Biology presso l’Institute of Cancer Research a Londra, che attualmente è Professore Associato al Biotech Research & Innovation Centre (BRIC) presso l’Università di Copenhagen. “Se siamo in grado di bloccare questo processo e portare il nostro lavoro in ambito clinico, potremmo bloccare il cancro della mammella nella sua diffusione, prolungando la durata della vita dei pazienti”.
 
"Il prossimo passo consiste nell’individuare il punto esatto in cui l’enzima LOX, prodotto dal tumore, interagisce con le cellule dell’osso, per essere in grado di sviluppare nuovi farmaci che blocchino la formazione di lesion ossee e metastasi”, prosegue Gartland. “Questo potrebbe avere implicazioni anche per il trattamento di altre malattie dell’osso”.
 
“Svelare il ruolo della proteina LOX potrebbe aprire un’intera nuova strada per la ricerca e per I trattamenti che potrebbero fermare la diffusione del cancro del seno nell’osso”, ha aggiunto Katherine Woods, Senior Research Communications Manager al Breast Cancer Campaign e Breakthrough Breast Cancer. "La ricerca aggiunge anche un contributo di rilievo alla evidenza in crescita riguardo al ruolo dei bifosfonati nel fermare i tumori secondari da carcinoma mammario”.
 
Questo tipo di tumore “uccide mille donne ogni mese nel Regno Unito e non abbiamo ancora conoscenze sufficienti su come si diffonde e come fermarlo”, spiega Katherine Woods.
“L’obiettivo della nuova campagna di beneficienza consiste nel risultato che entro il 2050 nessuno perda la vita a causa del cancro alla mammella, e noi svolgeremo un’azione diretta a questo risultato, attraverso sforzi nella ricerca, in particolare in questo settore, facendo tutto il possibile per raggiungere l’obiettivo”.
 
Viola Rita
 
**La ricerca è stata finanziata da Breast Cancer Campaign, Cancer Research UK, Fondazione Novo nordisk, Danish cancer society, Fondazione Lundbeck, e dalle Università. 
27 maggio 2015
© QS Edizioni - Riproduzione riservata