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QS Edizioni - domenica 19 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Coagulazione. Dabigratan efficace se somministrato prima e dopo un intervento chirurgico

di Lorraine L. Janeczko
immagine 3 giugno - In uno studio canadese, il dabigratan, nella somministrazione prima e dopo un intervento chirurgico, ha dimostrato di mantenere basso il tasso di eventi emorragici e di ictus nei pazienti a rischio di sanguinamento. Il dabigratan è un inibitore della trombina.
(Reuters Health) - Sospendere e riavviare la somministrazione di dabigatran prima e dopo un intervento chirurgico appare sicuro ed efficace, secondo un protocollo canadese, basato sulla funzione renale del paziente e sulla valutazione del rischio emorragico legato alla procedura chirurgica. Secondo Sam Schulman della McMaster University di Hamilton (Canada) , autore di uno studio in materia, se si utilizza il farmaco in base ai migliori dati farmacocinetici disponibili, tenendo conto del rischio emorragico di ciascuna singola procedura, si dovrebbe ottenere una buona combinazione di un basso tasso di eventi emorragici e di ictus.

Lo studio in questione, in assenza di linee guida basate sulle evidenze per la gestione perioperatoria del dabigatran, ha valutato prospetticamente la sicurezza di un protocollo sviluppato sulla base dei metodi impiegati negli studi di fase III sul dabigatran per fibrillazione atriale e tromboembolia venosa, esaminando complessivamente 541 interventi. Secondo i ricercatori, il protocollo risulta praticabile essendo caratterizzato da un’aderenza alle raccomandazioni per la sospensione del farmaco dell’89%, e da un’aderenza a quelle per la sua reintroduzione del 77%.

La gestione perioperatoria dei pazienti in terapia dabigatran, tramite un simile protocollo, ha probabilmente maggiori probabilità di mantenere basso il rischio di emorragie e complicazioni tromboemboliche rispetto ad una gestione basata sulle preferenze ed esperienze del singolo medico. Il bridging perioperatorio di routine con eparina ha d’altro canto scarse probabilità di garantire benefici a questi pazienti, e, in base a quanto riportato, potrebbe di fatto essere dannoso.

L’autore ricorda che questi dati verranno presto presentati agli ospedali locali, e verosimilmente ne deriverà una gestione maggiormente uniforme e basata sulle evidenze dei pazienti chirurgici, con conseguente riduzione dei rischi a loro carico.

Fonte: Circulation online 2015, pubblicato il 2/6

Lorraine L. Janeczko
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science) 
3 giugno 2015
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