Dal primo luglio tutti i dati clinici degli studi pubblicati sul
British Medical Journal - sia relativi ai farmaci, sia ai device - sono “aperti” e a disposizione della comunità scientifica. L’autorevole periodico medico britannico raccoglie così le richieste dell’Institute of Medicine degli Usa (Iom), dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) e della Nordic Trial Alliance. Per il
Bmj si tratta, in sostanza, di un’estensione della policy già in vigore da gennaio 2013, che prevedeva la pubblicazione degli studi presentati solo a seguito della manifestazione della volontà degli autori a rendere disponibili i dati rilevanti dei pazienti, in forma anonima, per ragionevoli richieste da parte della comunità scientifica.
Ad oggi, nessun autore del
Bmj ha rifiutato di condividere i dati del proprio studio clinico.