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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Tumore della vescica: diagnosi da un test delle urine

immagine 25 febbraio - Uno studio condotto da ricercatori dell’ospedale Molinette di Torino ha dimostrato che la presenza di fosfo-proteine nell'urina è in grado di discriminare i pazienti con carcinoma della vescica dai soggetti sani, con una sensibilità del 96% e una specificità del 100%. 
A pochi giorni dalla pubblicazione, da parte di ricercatori dell’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, di uno studio che dimostra la possibilità di diagnosi precoce del tumore al polmone con un semplice esame del sangue, una nuova scoperta italiana apre la strada a un ulteriore test diagnostico non invasivo. Per identificare la presenza il cancro della vescica basterà un esame dell’urina.
A compiere la scoperta, ricercatori del dipartimento di Urologia universitaria dell'ospedale Molinette di Torino da anni impegnati nella ricerca di marcatori per questa forma tumorale. Il team ha esaminato 150 pazienti affetti dal tumore dimostrando che la presenza di fosfo-proteine nell'urina è in grado di discriminare i pazienti con carcinoma della vescica dai soggetti sani con una sensibilità e una specificità elevatissime: rispettivamente del 96% e del 100%.
Una certezza quasi assoluta, quindi, che consentirebbe di sostituire un esame invasivo e costoso come la cistoscopia con una semplice raccolta delle urine, con enormi vantaggi per il paziente e il Servizio sanitario nazionale.
Lo studio verrà pubblicato a maggio sul Journal of Urology, ma già nelle prossime settimane verrà avviata una nuova sperimentazione che che coinvolgerà altri centri di urologia in Italia e in Europa con l'obiettivo di standardizzare il test e di darne una valutazione definitiva per la possibile applicazione nella pratica clinica.
L'incidenza del carcinoma della vescica, tre volte più frequente nell'uomo rispetto alla donna, è in costante aumento nei paesi industrializzati. Circa un quinto dei casi è dovuto all'esposizione lavorativa a sostanze cancerogene, in particolare le amine aromatiche. Tuttavia, anche il fumo di sigaretta aumenta il rischio di questa forma di cancro: i forti fumatori hanno un probabilità fino a 6 volte superiore rispetto ai non fumatori di sviluppare il tumore.
Allo stato attuale la diagnosi si basa, nel maggior numero dei casi, sul riconoscimento dei sintomi, il più frequente dei quali è l'ematuria e, in questi casi, un quarto circa dei pazienti ha già una malattia infiltrante che non può essere trattata con la semplice terapia endoscopica, ma che richiede l'asportazione chirurgica della vescica. La metodica più affidabile per la diagnosi e per i controlli successivi è la cistoscopia, un esame invasivo, costoso e fastidioso, che se venissero confermati i risultati dello studio potrebbe avere vita breve. 
25 febbraio 2011
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