toggle menu
QS Edizioni - martedì 30 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Obesità: in 7 casi su cento colpa di un difetto nel Dna

immagine 25 febbraio - L'assenza di una porzione di Dna comprendente 30 geni potrebbe essere la causa di almeno una parte dei casi di obesità. Lo rivela uno studio pubblicato su Nature che, se confermato, aprirebbe la strada alla messa a punto di test genetici per identificare i soggetti a rischio.
È un “buco” nel Dna a causare almeno una parte dei casi di obesità. La scoperta è di un gruppo di ricercatori dell’Imperial College London che, in uno studio pubblicato su Nature, hanno evidenziato come nel 7 per cento delle persone obese manchi una porzione del Dna contenente 30 geni.Non è la prima volta che vengono riscontrate variazioni nel genoma dei soggetti obesi, ma questa volta i ricercatori sono convinti di aver individuato un nesso causale, anche se non è ancora ben chiara la funzione della porzione di Dna mancante.
Per lo studio, finanziato dall’Unione europea, il team ha analizzato il genoma di più di 16 mila persone alla ricerca di eventuali anomalie del Dna.
“Sebbene il recente aumento dei casi di obesità nei paesi industrializzati sia riconducibile a un ambiente malsano caratterizzato dal consumo di cibo poco salutare e da uno scarso esercizio fisico, la modalità con cui le persone rispondono a questo stimolo ambientale ha spesso un'impronta genetica”, ha commentato Philippe Froguel, dell'Imperial College London. “È sempre più palese che, nelle persone affette da obesità, l'aumento ponderale sia dovuto a una causa genetica soggiacente. Identificare questi individui mediante l'effettuazione di test genetici, ci consentirà di offrire loro un sostegno adeguato e di intervenire in modo ottimale dal punto di vista clinico, ad esempio mediante la chirurgia bariatrica, in modo tale da migliorare il loro stato di salute sul lungo termine”.
Ed è proprio questo il prossimo obiettivo della ricerca: verificare la correttezza dell’ipotesi dei ricercatori britannici per mettere a punto test diagnostici in grado di identificare i soggetti a maggior rischio.
Tuttavia, il team avverte: potrebbero esserci altre mutazioni genetiche che aumentano il rischio di obesità. Occorrerà trovare, se non tutte, almeno le più importanti di esse per rendere efficace un simile strumento di screening. 
25 febbraio 2011
© QS Edizioni - Riproduzione riservata