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QS Edizioni - mercoledì 1 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Essere gay? Una questione biologica

di Marco Landucci
immagine 5 gennaio - A sostenere questa tesi è Simon LeVay, scienziato americano, omosessuale e attivista del movimento gay. Le origini dell’orientamento sessuale risiederebbero nell’interazione tra gli ormoni sessuali e il cervello in via di maturazione, che predispone lo sviluppo della mente verso un certo grado di “mascolinità” o di “femminilità”
La notizia – contenuta in un articolo pubblicato oggi dal sito de L’Espresso - è di quelle destinate a suscitare dibattiti e polemiche. La natura omosessuale dipenderebbe da un insieme di cellule nervose, chiamato inah3, che negli uomini gay risulterebbe di dimensioni inferiore rispetto a quello degli eterosessuali.
 
A sostenere questa tesi è Simon LeVay, scienziato americano, omosessuale e attivista del movimento gay.
LeVay già nel 1991 aveva pubblicato su Science un articolo intitolato “Una differenza nella struttura dell’ipotalamo tra uomini eterosessuali e omosessuali”, che muoveva dall’esame di campioni di uomini e donne, di cui la metà gay, deceduti e sottoposti ad autopsia.
 
Lo studioso americano ha proseguito i suoi studi seguendo la chiave di interpretazione biologica, fino ad arrivare a un elaborazione  compiuta della teoria con il libro Gay, Straight, and Reason Why. The Science of Sexual Orientation, pubblicato oggi in Italia con il titolo Gay si nasce?
 
Un dialogo tra ormoni, cervello e cellule
Le origini dell’orientamento sessuale, secondo LeVay, vanno ricercate nell’interazione tra gli ormoni sessuali e il cervello in via di maturazione, che predispone lo sviluppo della nostra mente verso un certo grado di “mascolinità” o di “femminilità”. Le interazioni tra geni, ormoni sessuali e cellule del corpo e del cervello, che caratterizzano lo sviluppo sessuale,  a loro volta entrano in contatto con i fattori ambientali, sviluppandosi poi in maniera diversa nei diversi individui e portando a differenti orientamenti sessuali.
 
In opposizione alle teorie non biologiche dell’orientamento sessuale – di cui la più famosa è senz’altro quella freudiana, basata sulla contemporanea presenza nella vita del bambino di madri iperprotettivi e padri assenti – LeVay dà una risposta positiva alla differenza tra persone gay ed eterosessuali già durante l’infanzia. Secondo lo scienziato americano, molti studi retrospettivi e prospettici  concordano  nel rilevare tratti comuni nei bambini che da adulti diventeranno gay.
 
Una teoria contro la discriminazione
Secondo Vittorio Lingardi, lo psichiatra che ha curato l’edizione italiana di  Gay si nasce? la teoria di LeVay “forse è un aiuto contro la discriminazione mai sopita verso gli omosessuali. Non più sodomiti peccatori da sottoporre a pratiche riparative, né uomini e donne segnati da una psicopatologia da stendere sul lettino, e neanche, o meglio non solo, soggetti di diritto ma semplicemente persone che differiscono dalle altre proprio come una persona con i capelli neri è diversa da una con i capelli biondi. Ma attenzione: affermare la forza della biologia non significa rivendicare l’esistenza di una causa-effetto lineare, come lo stesso LeVay ricorda più volte nel corso del suo studio”.
 
Marco Landucci
5 gennaio 2016
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