“Lascia francamente perplessi la comunicazione dell’Aifa relativa alle conseguenze del parere dell’Antitrust, sulla Determina che aveva decretato il passaggio da pay back a nota di credito per il rimborso alle Regioni per i farmaci Sovaldi e Harvoni, prodotti dalla Gilead. L’Agenzia ieri, infatti, con una nota ha cercato formalmente di smentire il fatto di essere stata costretta al dietrofront ma, in sostanza, leggendo il testo non ha fatto altro che confermare l’accaduto”. Lo affermano i deputati
M5S in commissione Affari Sociali.
“Per fare definitivamente chiarezza su questa vicenda ricordiamo che nelle premesse della nuova determina (n. 227/2016), che abroga quella sopracitata, si legge che è stata resa ai sensi dell'art. 21-bis della legge 10 ottobre 1990, n. 287, il cui titolo non ammette repliche: ‘Poteri dell'Autorità garante della concorrenza e del mercato sugli atti amministrativi che determinano distorsioni della concorrenza’. Non bastasse l’articolo 2, nel quale sono riportati i casi emissione di pareri da parte dell’Autorità prevede che se l’Antitrust, “ritiene che una pubblica amministrazione abbia emanato un atto in violazione delle norme a tutela della concorrenza e del mercato, emette, entro sessanta giorni, un parere motivato, nel quale indica gli specifici profili delle violazioni riscontrate. Se la pubblica amministrazione non siconforma nei sessanta giorni successivi alla comunicazione del parere, l'Autorità può presentare, tramite l’Avvocatura dello Stato, il ricorso, entro i successivi trenta giorni’.
E’ dunque evidente che il conformarsi al parere dell'AGCM è stato un atto obbligato ben al di là della semplice riformulazione del testo della determina. Aggiungiamo che sarebbe opportuno da parte dell'Aifa - proseguono i deputati- rendere pubblico il parere dell’Autorità, ma evidentemente la casa di vetro auspicata dal neo-presidente, il Dottor
Mario Melazzini, non è ancora stata ultimata dalle parti di via del Tritone. A tal proposito, concludiamo ribadendo che da mesi il MoVimento 5 Stelle chiede al ministro della Salute di fare chiarezza rispetto ad una gestione dell'Aifa sempre più discutibile”.