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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Carie già a sei anni per 1,5 milioni di bambini

immagine 18 aprile - Tre su quattro non sono mai stati dal dentista. L’8 per cento dei bambini tra i 3 e gli 11 anni non fa nulla per la propria igiene orale e la metà lava i denti raramente. Sono i dati preoccupanti presentati nel corso del Congresso del Collegio dei docenti di Odontoiatria.
Non vanno ancora a scuola e già un milione e mezzo di bambini italiani ha i denti intaccati dalla carie. Nonostante ciò, di tre su quattro non sono mai stati dal dentista.
Sono alcuni dei dati emersi nel corso del Congresso del Collegio dei docenti di Odontoiatria che si è svolto a Siena nei giorni scorsi e che ha evidenziato quanta fatica faccia ad affermarsi nel nostro Paese la cultura di una corretta igiene dentale.
Uno studio condotto dall'Università Magna Graecia di Catanzaro ha per esempio mostrato come la metà dei genitori si accontenti che il figlio lavi i denti una volta al giorno, il 40 per cento non insegna loro come lavarli in maniera corretta e, come se non bastasse, cambia lo spazzolino dei bimbi troppo raramente (non più frequentemente di una volta ogni tre o quattro mesi). Non solo: meno della metà dei genitori approva che i figli mangino alimenti dolci prima di dormire, pur sapendo che gli zuccheri provocano la carie.
Secondo un altro studio, dell'Università di Siena, presentato nel corso del convegno, l'8 per cento dei bambini di età compresa tra i 3 e gli 11 anni non fa nulla per la propria igiene orale, la metà lava i denti raramente, solo il 43 per cento lo fa almeno una volta tutti i giorni.
Non va meglio a scuola, dove portare uno spazzolino è un’impresa.
“Per i bimbi al di sotto dei sei anni – ha commentato Antonella Polimeni, ordinario di Odontoiatria pediatrica della Sapienza di Roma - sarebbe previsto l'impiego di prodotti monouso come salviette, fazzoletti, bavagli, spazzolini da denti; laddove non sia possibile bisogna evitarli. Questa misura preventiva nasce dalla condivisibile e giusta esigenza di evitare il contagio di malattie trasmissibili attraverso lo scambio casuale di oggetti come ad esempio lo spazzolino da denti, ma di fatto si traduce nell'impossibilità per la maggior parte dei bimbi di lavarsi i denti subito dopo i pasti consumati a scuola”.
Le conseguenze di tutto ciò, ha precisato Polimeri è che “un bimbo su cinque ha una carie prima di andare alle elementari. Il problema è spesso sottovalutato, ma tutt'altro che irrilevante, poiché la perdita precoce dei denti da latte può avere conseguenze sullo sviluppo della dentatura”.
La carie, tuttavia, è soltanto una delle insidie per i denti.
Otto italiani su dieci, infatti, hanno la superficie dei denti rovinata e priva di smalto per colpa di cattive abitudini che ne facilitano l'usura: mordicchiare le unghie, il cappuccio della penna o le stanghette degli occhiali più di mezz'ora al giorno aumenta drasticamente il rischio di perdere smalto. Un pericolo sono anche i piercing alla lingua o alle labbra, che circa il 10 per cento dei giovani si fa praticare: nel 60 per cento dei casi erodono lo smalto o lo fratturano addirittura.
E poi, come osserva Livia Ottolenghi, ordinario di Odontoiatria preventiva e di comunità della Sapienza di Roma, “un italiano su due sbaglia la scelta dello spazzolino”.
Circa un terzo delle lesioni dentali, poi, sono provocate da abitudini alimentari sbagliate: alcuni cibi, come gli agrumi, a causa del loro contenuto acido, possono intaccare lo smalto. “Il vero rischio – aggiunge Ottolenghi - è però costituito soprattutto dal consumo frequente di bevande gassate”, altamente erosive.  
18 aprile 2011
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