“L’Italia è percepita dai nostri connazionali ai primi posti nel mondo per capacità di innovazione. È quanto emerge da un rapporto CheBanca!-Cotec realizzato dal Censis. E le ‘invenzioni’ più apprezzate sono quelle legate all’ambito farmaceutico (87,2%). È proprio così. Il nostro Paese ha molte potenzialità e una grande opportunità offerta da Human Technopole, che può diventare il motore tricolore dell’innovazione a livello internazionale. E può contare su un’industria competitiva a livello mondiale e all’avanguardia tecnologica, ormai 4.0, come quella farmaceutica. Con 30 miliardi di produzione (73% destinati all’export), 63.500 occupati (oltre 6.000 in ricerca), 2,6 miliardi all’anno di investimenti (1,4 in R&S e 1,2 in produzione), le nostre imprese rappresentano un’assoluta eccellenza. Innovare per permettere di vivere più a lungo e rivoluzionare in positivo anche la qualità di vita è la mission delle industrie del farmaco. Che grazie alla R&S, processo lungo e costoso, offrono nuove speranza di cura ai malati.” È quanto ha dichiarato
Eugenio Aringhieri presidente del Gruppo Biotecnologie di Farmindustria, nell’incontro Lavora nel biotech per la salute presso l’Istituto Tecnico Giulio Natta - Chimica, Materiale e Biotecnologie, Liceo Scientifico, Opzione Scienza Applicate - alla presenza di molti studenti in programma oggi all’interno di BergamoScienza.
Un face to face con gli studenti moderato dai giornalisti scientifici
Andrea Vico e
Sergio Pistoi. Le storie della ricerca sono state raccontate dalla viva voce di due giovani ricercatori industriali e poi è seguito un dibattito proprio con Eugenio Aringhieri e Angelo Riccaboni, Presidente Fondazione CRUI. L’incontro, collegato al tour Geni a Bordo, vuole avvicinare i giovani, aiutandoli a orientare le loro scelte, universitarie e lavorative, con informazioni su un universo ancora poco conosciuto; quello delle biotecnologie.
“DNA, terapia genica, trattamenti personalizzati e farmaci biotech. Nuovi scenari un tempo inimmaginabili - continua Aringhieri – che schiudono opportunità incredibili per terapie sempre più efficaci. Già oggi in Italia i farmaci biotecnologici sono 202 per le più importanti aree terapeutiche. Sono 211 le aziende focalizzate sul farmaco biotech nel nostro Paese, che investono oltre 600 milioni in R&S e occupano circa 4.000 addetti. E i progetti di ricerca, compresi quelli per le malattie rare, sono 324. Risultati raggiunti perché l’Italia può contare su vere e proprie eccellenze. Con imprese del farmaco che ci credono e investono, anche sui giovani perché uniscono entusiasmo, coraggio, idee innovative e capacità di pensare fuori dagli schemi. Scommettiamo sul futuro - conclude Aringhieri - scommettendo sulle nuove generazioni.”