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QS Edizioni - venerdì 17 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Sonno e gare inconciliabili. Un atleta su due dorme poco e male

di Shereen Lehman
immagine 22 dicembre - Stando ad una recente revisione sull’argomento, almeno un atleta top su due dorme male o dorme poco. Nello studio, pubblicato su Sports Medicine, gli studiosi sottolineano che i disturbi del sonno comportano affaticamento e ansia da prestazione; condzioni che, a loro volta, influenzano le prestazioni atletiche.
(Reuters Health) –  Gli atleti con le migliori performance possono soffrire di una scrsa qualità del sonno. Stando ad una recente revisione sull’argomento, almeno un atleta top su due dorme male o dorme poco. Gli autori della ricerca sottolineano, nello studio pubblicato su Sports Medicine, che i disturbi del sonno comportano affaticamento e ansia da prestazione; condzioni che, a loro volta, influenzano le prestazioni atletiche.
 
”Molti studi hanno indagato ad oggi l’impatto della privazione di sonno sulla salute, il benessere e i vari aspetti delle prestazioni atletiche – dice Luca Gupta, ricercatore presso la Loughborough University nel Regno Unito – Tuttavia pochi studi hanno approfondito la questione della qualità del sonno che è la percezione di avere dormito bene o male durante la notte”.

Lo studio
I ricercatori hanno esaminato i risultati di 37 studi pubblicati tra il 2001 e il 2016 che comprendevano atleti olimpici, paraolimpici, nazionali e atleti professonisti. L’età media dei 2.067 atleti studiati era compresa tra i 18 e i 30 anni. I ricercatori si sono concentrati sui sintomi dell’insonnia che è caratterizzata dalla difficoltà a addormentarsi o a dormire e dalla sensazione che il sonno non è del tutto ristoratore, associata ad un eccessivo affaticamento durante il giorno. Dopo aver esaminato i dati, essi hanno concluso che da un terzo alla metà di tutti gli atleti ha problemi della qualità del sonno.
 
”I risultati rivelano notevoli problemi di sonno tra gli atleti migliori ma – aggiunge Gupta – non ci sono prove che questi disturbi siano maggiori di quelli che si riscontrano in giovani individui non sportivi”. Sicuramente la preoccupazione e l’ansia da prestazione oltre ad una fisiologica eccitazione dopo il termine della gara, sono fattori che rendono difficile addormentarsi per gli atleti. In questi casi sarebbe necessario ridurre questi problemi impiegando strategie di rilassamento in grado di minimizzare i disturbi della qualità del sonno. In uno studio pubblicato nel mese di agosto sull’European Journal of Science Sleep, Emer Van Ryswik, ricercatore sul sonno alla Flinders University di Adelaide, descrive un programma per ottimizzare il riposo degli atleti: evitare dispositivi elettronici e Facebook prima di mettersi a letto, evitare caffeina o alcol durante la notte e stabilire orari precisi per coricarsi.
 
Fonte: Sports Medicine

Shereen Lehman

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
22 dicembre 2016
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