(Reuters) - Aaron Reuben e colleghi, della Duke University di Durham (USA), hanno esaminato i dati delle funzioni cognitive, del QI e dello stato sociale ed economico di 565 adulti residenti a Dunedin, in Nuova Zelanda, quando avevano 38 anni e i risultati degli esami del sangue per il piombo, eseguiti da bambini. Durante l’infanzia le concentrazioni ematiche di piombo variava da 4 a 31 ug/dl. I partecipanti allo studio presentavano livelli di piombo ematici mediamente più che doppi rispetto a quando, nel 1980, avevano 11 anni di età: 10.99 ug/dl.
Ogni 5 ug/dl di aumento dei livelli di piombo ematico nei primi anni di vita è stato associato ad un QI di 1,61 punti inferiore all’età di 38 anni, così come è stata accertata una riduzione del ragionamento percettivo e della memoria esecutiva. Lo studio non ha evidenziato differenze nell’esposizione al piombo rispetto allo status socio-economico e questo metallo è stato trovato sia nei bambini di famiglie povere sia in quelli di famiglie benestanti. Gli individui che hanno partecipato allo studio con livelli di piombo ematici superiori a 10 ug/dl avevano in media i punteggi dei test per il QI da adulti di 4,25 punti inferiori rispetto ai coetanei con livelli di piombo ematici più bassi.
"Queste evidenze suggeriscono quanto meno che le persone non recuperano completamente le lesioni cognitive legate al piombo avvenute durante l’infanzia – dice l’autore della ricerca, Aaron Reuben della Duke University di Durham in Carolina del Sud – Inoltre lo studio suggerisce che il piombo esercita una riduzione delle capacità cognitive dell’individuo indipendentemente da quando inizia a entrare in contatto con il metallo".
Fonte: JAMA
Lisa Rapaport
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)