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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Malattie rare. Scaccabarozzi: “Triplicate le sperimentazioni cliniche negli ultimi 6 anni”

immagine 26 luglio - Sono cresciute da 17 nel 2004 a 61 nel 2009 le sperimentazioni cliniche per lo sviluppo di terapie per le malattie rare, con 30 aziende italiane impegnate in questo ambito e 1.300 richieste di approvazione di nuovi farmaci presentate all’Ema di nuovi medicinali. Lo ha spiegato questa mattina il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, intervendo alla presentazione del nuovo sito www.malatirari.it, finanziato dal ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali.
“L’impegno per combattere le malattie rare è stato, negli anni, crescente. I risultati raggiunti finora sono incoraggianti". Ne è convinto il presidente di Farmindustria, Massimo Scaccabarozzi, che intervenendo stamani alla presentazione del uovo sito www.malatirari.it, finanziato con il contributo del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, ha presentato i principali dati di questo impegno. "In Italia, secondo i dati Aifa, le sperimentazioni cliniche con almeno un medicinale orfano sono più che triplicate dal 2004 al 2009, passando da 17 a 61”. Ancora, "da un’indagine Farmindustria risulta che 30 aziende operanti in Italia hanno 63 progetti in sviluppo di molecole che hanno ottenuto la designazione di farmaco orfano dall’Ema o dalla Fda. Bisogna inoltre aggiungere – ha precisato Scaccabarozzi – che il nostro Paese, con 10,4 pubblicazioni su 100 dedicate alle malattie rare, ha l’indice di specializzazione più elevato al mondo”.
La situazione, però, non è del tutto luminosa, perché, come spiegato dal presidente di Farmindustria, la situazione attuale presenta diverse zone d’ombra e criticità. “Per noi non è facile confrontarci con 21 diversi Sistemi sanitari e la loro burocrazia", ha puntualizzato. "In Italia il 90% della ricerca è sostenuta dall’industria farmaceutica, ma i costi per arrivare ad un nuovo singolo farmaco possono raggiungere anche un miliardo e trecento milioni di dollari”. “Oggi siamo costretti a chiederci – ha concluso Scaccabarozzi – se tutto questo potrà continuare ad essere sostenibile in un Paese nel quale il farmaco è recepito solo come un costo e dove viene anteposta l’appropriatezza economica a quella terapeutica. Il farmaco e la ricerca non sono solo un costo da tagliare, ma sono un valori da preservare e possibili volani di sviluppo per il Paese”.
 
G.R.
 
26 luglio 2011
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