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QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Perdere chili e riprenderli subito dopo aumenta il rischio di infarto, ictus e di mortalità

di Maria Rita Montebelli
immagine 6 aprile - Una sotto-analisi dello studio TNT condotta su una popolazione di coronaropatici dimostra che le escursioni ponderali sono molto pericolose per questa categoria di pazienti, essendo fortemente associate ad un aumentato rischio di eventi cardiovascolari e persino di mortalità. Chi fa su e giù col peso mette dunque a repentaglio la propria salute cardiovascolare. E i più instabili sulla bilancia, in questo studio hanno presentato un importante aumento del rischio di eventi coronarici (64%), cardiovascolari (+85%), mortalità (+124%), di infarto (+117%) e di ictus (+ 136%).
C’è chi le chiama le diete ‘yo-yo’, intendendo con questo termine colloquiale quell’abitudine assai frequente di alternare periodi di regime alimentare a contenuto calorico estremamente ridotto, se non di digiuno vero e proprio, a periodi di bagordi come se non ci fosse un domani. Una battaglia metabolica che si combatte sul corpo, con drammatiche escursioni di peso corporeo.
 
E che non sia solo una questione estetica, ma un rischio serio per la salute lo dimostra uno studio pubblicato oggi sul New England Journal of Medicine che è andato a valutare l’effetto delle escursioni del peso sulla mortalità e sugli eventi cardiovascolari nei pazienti con malattia cardiovascolare già in atto, attraverso un’analisi post-hoc dello studio Treating to New Targets (TNT).
 
Lo studio, che ha arruolato 9.509 partecipanti, è stato disegnato per valutare safety ed efficacia dell’atorvastatina e aveva come endpoint primario un composito di coronaropatia, infarto miocardico non fatale, arresto cardiaco rianimato, rivascolarizzazione e angina. Endpoint secondari erano la comparsa di qualunque evento cardiovascolare (coronaropatia, evento cerebrovascolare, arteriopatia periferica, scompenso cardiaco), la mortalità, l’infarto del miocardio e l’ictus.
 
Dopo gli opportuni adeguamenti per i vari fattori di rischio cardiovascolari noti , da questa nuova sotto-analisi pubblicata oggi, emerge che ,in parallelo all’aumento della variabilità del peso corporeo, si assiste ad un aumento del rischio di eventi coronarici, cardio-vascolari e di mortalità.
 
In particolare tra i soggetti appartenenti al gruppo con la maggior variabilità del peso corporeo, il rischio di un evento coronarico aumentava del 64%, quello di un evento cardiovascolare dell’85%, quello di mortalità del  124%, quello di infarto del 117% e infine quello di ictus del 136%.
 
Tra i soggetti coronaropatici dunque le fluttuazioni del peso corporeo si associano ad una maggior mortalità e ad un maggior tasso di eventi cardiovascolari, indipendentemente dalla presenza o meno degli altri tradizionali fattori di rischio cardiovascolari.
 
La perdita di peso – concludono gli autori – è di certo un importante intervento sullo stile di vita, visto che l’obesità nei soggetti senza patologie cardiovascolari rappresenta un importante fattore di rischio per insulino-resistenza, diabete, ipertensione, dislipidemia e coronaropatia, mentre una importante perdita di peso come quella indotta dalla chirurgia bariatrica abbatte drammaticamente il rischio cardiovascolare.
 
Tuttavia, nei soggetti con patologia cardiovascolare già stabilita, fare su e giù col peso, come dimostrato in questo studio, può dare grossi problemi: non solo aumenta il rischio di eventi cardiovascolari, ma addirittura si associa in maniera forte e indipendente alla comparsa di diabete mellito.
 
Di certo questo studio attesta la presenza di un’associazione, che non significa causalità naturalmente e questo è un suo limite, insieme ad altri metodologici.
Resta il fatto che rappresenta un importante campanello d’allarme da non sottovalutare ma da approfondire in futuro.
 
Maria Rita Montebelli
6 aprile 2017
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