Oltre 4 milioni di nuovi ricoveri per neoplasia in 10 anni, e più di 226 mila effettuati da giovani adulti e bambini in 5 anni tra il 2007 e il 2011. In particolare, 2.362 nuovi ricoveri all'anno per diagnosi di neoplasia tra gli under 19, e 43.141 annui negli adulti tra i 20 e i 49 anni. Nella fascia 20 - 49, poi, le donne sarebbero le più colpite. A delineare il quadro italiano della situazione tumori è uno studio coordinato da
Prisco Piscitelli, dell'Istituto Ospedaliero del Sud di Napoli e pubblicato sull'
International Journal of Environmental Research and Public Health.
In Italia incremento annuo casi pediatrici doppio rispetto ad altri Paesi
Lo studio, in particolare, si è focalizzato sulla popolazione pediatrica “il cancro è diventato la principale causa di morte per malattia tra i bambini, anche durante il primo anno di età, suggerendo che i tumori potrebbero risentire dell'esposizione materna e fetale agli agenti cancerogeni - spiega Piscitelli – Inoltre, dai dati Airtum è emerso che in Italia l'incremento annuo dei tumori pediatrici è doppio (2%) rispetto a quello degli altri Paesi europei (1%). Questo significa che in 10 anni è previsto un incremento del 20% dei tumori maligni per questa fascia d'età”.
Appello al Ministero della Salute
“Chiederemo al Ministero della salute un'Audizione per portare all'attenzione l'inaccettabilità della situazione e chiedere impegno sulla riduzione delle esposizioni a sostanze cancerogene in età pediatrica e gravidanza. Già abbiamo chiesto un'Audizione alla Regione Campania perché il numero di casi pediatrici rilevati non è socialmente accettabile”, afferma Piscitelli. La ricerca condotta da Piscitelli e dal suo team ha preso in considerazione i dati raccolti per lo studio Epikit (Epidemiologia del Cancro in Italia), all'interno del progetto europeo Coheirs. I Registri Tumori rappresentano il gold standard tra gli strumenti attualmente utilizzati per lo studio epidemiologico delle neoplasie. Tuttavia, esistono dei limiti nell'utilizzo di questo strumento a causa di una copertura solo parziale della popolazione, oltre che di ritardi e sfasature tra il momento di pubblicazione dei dati e gli anni ai quali essi si riferiscono. La particolarità di questo studio è stata proprio quella di fare riferimento alle Schede di Dimissione Ospedaliera (Sdo) per calcolare il numero assoluto di ospedalizzazioni e i tassi standardizzati (Shr) per ogni provincia italiana nelle due fasce di età (0-19 anni e 20-49 anni) che usualmente non sono coperti da campagne di screening.
Casi pediatrici in Campania? Numeri non socialmente accetabili
Ieri, sono stati presentati i
dati relativi ai tumori pediatrici in Campania, ed è stato rilevato che nella fascia di età da 0 a 19 anni non sono stati registrati scostamenti statisticamente significativi rispetto al resto del Paese, fatta eccezione della lampadina accesa per la tiroide da 15 a 19 anni. Tuttavia, considerando che Napoli è la provincia più giovane d'Italia, i numeri rivelano una realtà “ben lontana da ciò che è socialmente accetabile – afferma Piscitelli – Sono stati rilevati circa 330 nuovi casi di nuovi tumori pediatrici all'anno solo a Napoli, che sommati a quelli di tutta la provincia arrivano a sfiorare i 600 casi annui. Se il trend rimanesse questo, si parlerebbe di 6 mila bambini e adolescenti con una nuova diagnosi di neoplasia in 10 anni, solo nella nella provincia di Napoli. Ad Imperia, che è una delle province più vecchie, si contano 20 nuovi casi l'anno tra gli under 19. Non si può dire che sia la stessa cosa e che le due realtà siano “in linea”. Più bambini significa forse più morti? Questo non è socialmente accettabile”.