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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Dolore Cronico. Ne soffre 1 italiano su 4. Isal: “Il 7 ottobre tutti in piazza per la IX edizione di Cento Città contro il Dolore

immagine 27 settembre - Emicrania, endometriosi, vulvodinia, fibromialgia, artrosi, nevralgie, esiti da trauma, herpes zoster, post operatorio, sono solo alcune delle forme in cui il Dolore Cronico si manifesta. Un italiano su quattro è affetto da una di queste patologie, ma non sempre ottiene una diagnosi tempestiva. Per aiutare queste persone Isal rinnova anche quest’anno l’appello ai cittadini, lanciando il 7 ottobre 2017 Cento Città contro il Dolore. La manifestazione propone visite e consulenze medico specialistiche gratuite.
Chi ne ha bisogno, può conoscere e percorrere nuove strade per alleviare il dolore cronico. Chi non ne ha bisogno, può aiutare gli altri sostenendo la Ricerca. Come? Trascorrendo la giornata di sabato 7 ottobre, in una delle oltre 140 città italiane ed estere - vedi l’elenco completo -  , dove medici e volontari saranno a disposizione dei cittadini per celebrare la IX Giornata Cento Città contro il Dolore. Gli esperti saranno disponibili dalle 10 alle 19 in 170 diverse postazioni. In tutto, 200 medici e oltre 3 mila volontari della Fondazione Isal accoglieranno il pubblico e provvederanno alla raccolta fondi destinati alla ricerca sul Dolore Cronico.
 
Che cos’è il dolore cronico
Si tratta una vera e propria malattia, sancita dalla legge 38/2010, e come tale può essere diagnosticata e curata. Sono ancora tante, troppe le persone che soffrono in silenzio, che non trovano sollievo o cure adeguate alla loro condizione. Ogni dolore va studiato, individuato e sconfitto, perché non tutti i dolori sono uguali, ma nella maggioranza dei casi sono curabili.
 
La Fondazione Isal si batte per dare una voce a tutti coloro che hanno il diritto, spesso ignorato, di accedere ai percorsi terapeutici esistenti. “Soffrire è inutile – hanno spiegato gli esponenti della Fondazione - quando inquadramenti e terapie esistono: trattamenti omessi o non appropriati tendono a cronicizzare ancora di più la persistenza del dolore, peggiorando la qualità di vita dei pazienti e aggravando esponenzialmente i costi dell’assistenza”.
 
“Quanti infatti hanno sentito parlare di neuromodulazione?”, hanno chiesto i volontari Isal. “È una tecnica indicata per i pazienti che non rispondono alla terapia farmacologica o che non possono assumere farmaci a causa degli effetti collaterali. In base alla diagnosi di dolore – hanno sottolineato - ogni paziente dovrebbe seguire un percorso terapeutico personalizzato, che, iniziando con la terapia farmacologica, potrebbe proseguire a seconda dei risultati con approcci più invasivi ma più efficaci, come l’uso di pratiche infiltrative e blocchi a radiofrequenza, fino ad arrivare all’impianto di devices per la neurostimolazione, usati in particolare nelle comunissime patologie connesse al mal di schiena specie da esiti di chirurgia spinale”.
 
Dalla Fondazione arriva anche un altro interrogativo: “Quanti, tra medici e pazienti, poi, hanno superato il pregiudizio sui farmaci oppiacei e cannabinoidi, inserendoli nei piani terapeutici? Solo il 26% delle persone che soffrono di dolore cronico – hanno risposto - ha sperimentato trattamenti con medicinali della categoria degli oppiacei, mentre i farmaci antinfiammatori e antidolorifici generici (Fans) restano i capolista delle terapie, nonostante nel 25% dei casi provocano ingenti effetti collaterali”.
 
I rappresentanti Isal vogliono far luce anche sula legge 38/2010, “che – hanno aggiunto - ancora, dopo 7 anni dalla sua promulgazione, non viene regolarmente applicata e rispettata nella maggioranza dei casi. La legge prevede oltre 200 Centri Specializzati in Terapia del Dolore in Italia, a cui rivolgersi e dove trovare sollievo alle proprie sofferenze. Il percorso di accesso è ancora lungo e tumultuoso, mancando l’interconnessione tra medici di base, Asl, e Centri di Terapia”.
 
Alla luce di tutto ciò, l'Isal chiede che “il deficit formativo - dei medici - e informativo - dei pazienti - sia sanato”. Ed è per questo stesso motivo che la Fondazione Isal scende in piazza: “per garantire a tutti l’accesso alla conoscenza degli strumenti applicabili a seconda del dolore cronico di cui si soffre. Ancora oggi, infatti – hanno concluso - il 40% delle persone non è a conoscenza delle cure attuabili, anche se quasi il 90% delle sindromi dolorose sono trattabili”.
27 settembre 2017
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