(Reuters Health) – L’apnea del sonno, nota anche come Sdb (
Sleep disordered breathing), sarebbe associata a cambiamenti acuti e cronici a livello del tessuto cerebrale, almeno nei bambini. È quanto emerge da uno studio pubblicato da
Sleep e coordinato da
Rosemary Horne, della Monash University di Melbourne, in Australia.
La premessa
Secondo gli autori, fino al 35% dei bambini russa spesso o sempre. E proprio il russare è il sintomo caratteristico dell’apnea notturna, disturbo di cui soffre fino al 6% della popolazione pediatrica. A qualsiasi livello di gravità, inoltre, questo disturbo sarebbe associato ad aumento della pressione sanguigna, alterazioni a livello cardiovascolare e avrebbe conseguenze comportamentali e neurocognitive.
Lo studio
Per valutare l’integrità del tessuto cerebrale e l’associazione con Sdb, Horne e colleghi hanno utilizzato la diffusività media (Md), una misura di
imaging biomedica calcolata attraverso uno strumento di risonanza magnetica chiamato
diffusion tensor imaging. In particolare, i ricercatori australiani hanno preso in considerazione 18 bambini con sospetta Sdb e, come controlli, 20 bambini che non russavano. Rispetto ai controlli, i bambini con Sdb tendevano ad avere punteggi più bassi di Qi verbale, prestazioni del Qi e quoziente completo e mostravano una tendenza ad avere più deficit sulla base dei risultati ottenuti nelle scale
Behavior Rating Inventory of Executive Function.
I bambini con Sdb mostravano valori di Md significativamente più bassi, il che indicava la presenza di lesioni acute con gonfiore a livello di assoni e neuroni in diverse aree del cervello. La corteccia frontale e prefrontare bilaterale dei bambini con Sdb mostrava un aumento dei valori di Md, che rifletterebbe un danno cronico a livello degli assoni.
Le conclusioni
“Questo studio dimostra che l’apnea nel sonno dei bambini non può essere ignorata”, spiega Horne . Pur essendoci una correlazione crescente con la gravità del disturbo, “anche quei bambini con meno di un evento ostruttivo per ora di sonno avrebbero mostrato evidenze di alterazione a livello cerebrale”, continua Horne. “Il fatto che abbiamo scoperto che molti dei cambiamenti a livello cerebrale sono acuti, fornisce la prova che il trattamento potrebbe invertire alcuni deficit associati con l’alterazione della respirazione nel sonno. Diagnosi e trattamento precoci avranno probabilmente un effetto maggiore nel prevenire problemi associati alla respirazione del sonno, come elevata pressione sanguigna, difficoltà comportamentali e di apprendimento”.
Fonte: Sleep
Will Boggs
(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)