toggle menu
QS Edizioni - venerdì 3 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Retinopatia nei prematuri. Uso pre-natale di steroidi riduce rischio

di Marilynn Larkin
immagine 23 aprile - La somministrazione di steroidi prima della nascita sarebbe associata a una riduzione del rischio di retinopatia del prematuro. È quanto emerge da una review degli studi pubblicata dal British Journal of Ophthalmology.
(Reuters Health)- Per studiare il rapporto tra retinopatia nei bambini prematuri e uso di steroidi nel periodo pre- natale, il team di ricercatori della Chinese University di Hong Kong, guidato da Jason Yam, ha preso in considerazione 13 ricerche che valutavano direttamente questo rapporto, includendo, complessivamente, 4.999 neonati e 792 casi di grave retinopatia. Dai risultati è emerso che gli steroidi somministrati prima della nascita erano associati a un ridotto rischio di retinopatia del prematuro e a progressione a retinopatia più grave. Ulteriori indagini, inoltre, hanno evidenziato che il beneficio del trattamento farmacologico prenatale sarebbe indipendente dall’uso di ossigenoterapia e dello stato di distress respiratorio.

I commenti. “Questi risultati sono di notevole importanza per i paesi a basso/medio reddito, che hanno una maggiore incidenza di cecità associata a retinopatia del prematuro”, dice Jason Yam. Gennady Landa, dell’Icahn School of Medicine al Mount Sinai di New York, sottolinea i limiti dello studio. “Lo svantaggio di questa meta-analisi è il suo carattere eterogeneo e la mancanza di studi prospettici randomizzati di confronto”. E nonostante non siano stati evidenziati effetti avversi gravi sul feto o sulla madre dopo un ciclo di steroidi dati prima della nascita, “gli effetti collaterali sulla madre degli steroidi possono includere ritenzione di liquidi, aumento della pressione sanguigna e nelle donne con diabete gestazionale, possono interferire con il controllo della glicemia”, ha concluso l’esperta, sottolineando come più cicli di steroidi possano “influenzare negativamente la crescita uterina, con possibili danni come obesità e aumento del rischio cardiovascolare da adulti”.

Fonte: British Journal of Ophthalmology

Marilynn Larkin

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
23 aprile 2018
© QS Edizioni - Riproduzione riservata