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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Il supermicroscopio taglia a fette il cervello. Ci mostrerà i segreti dell’Alzheimer

di Laura Berardi
immagine 23 novembre - Un nuovo strumento ideato e realizzato dai ricercatori dell’IIT permette di osservare in tempo reale porzioni di campioni biologici ad altissima risoluzione. Il microscopio potrà essere usato nello studio di malattie oncologiche o neurodegenerative.
Sembra proprio che quando la fisica e la medicina si incontrano le possibilità di cura si moltiplichino. In questo senso la ricerca italiana sta dando grandi frutti, ultimo dei quali un super microscopio ottico per lo studio dei campioni biologici in 3D, realizzato dal Dipartimento di Nanofisica dell'Istituto Italiano di Tecnologia (IIT). L’apparecchio è descritto in uno studio pubblicato su Nature Methods.
Lo strumento si chiama IML-SPIM – lunghissimo acronimo per ‘Individual Molecule Localization’ e ‘Selective Plane Illumination Microscopy’ – e permette di studiare l'attività di singole molecole e proteine nelle cellule viventi, e di comprendere cosa accade in embrioni o ammassi tumorali.
“Lo sviluppo della strumentazione ottica – spiegano dall’IIT – ha permesso la costruzione di dispositivi in grado di osservare il mondo biologico a livello nanometrico”. In particolare infatti questo strumento permetterà agli scienziati di capire il meccanismo a livello cellulare di malattie neurodegenerative come l’Alzheimer e il Parkinson, nonché di patologie oncologiche.
IML-SPIM è capace di offrire un’immagine tridimensionale ad alta risoluzione di un campione che può essere alto fino a 50-150 micrometri, ovvero spesso fino a qualche decina di cellule. L’apparecchio riesce a localizzare singole molecole, ad esempio di Dna, e seguirne il movimento in tempo reale, mentre le cellule svolgono i loro compiti normali. Grazie alla tecnica SPIM poi, possono essere messi in evidenza interi “piani” di campione, come se questo potesse essere tagliato in sottili fette da analizzare una ad una.
Lo strumento, fanno sapere dall’IIT, rappresenta un’innovazione a livello internazionale. I ricercatori ne hanno testato il funzionamento producendo immagini ad altissima risoluzione di sferoidi cellulari.

Laura Berardi
23 novembre 2011
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