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QS Edizioni - sabato 4 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Ipertensione. In tarda età aumenta patologie legate ad Alzheimer

di Will Boggs
immagine 12 luglio - Una ricerca Usa, condotta su oltre 1.000 partecipanti anziani, ha messo in evidenza una relazione tra ipertensione e aumento di infarti cerebrali e grovigli neurofibrillari, questi ultimi tipici della malattia di Alzheimer. La ricerca è stata pubblicata da Neurology
(Reuters Health) – Un aumento della pressione arteriosa in tarda età sarebbe associato a un aumento di infarti cerebrali e grovigli neurofibrillari, tipici della malattia di Alzheimer. Sono i risultati di una ricerca pubblicata su Neurology da Zoe Arvanitakis, del Rush Alzheimer’s Disease Center di Chicago, e colleghi.

La ricerca
I ricercatori americani hanno valutato il ruolo della pressione media e della sua variazione in relazione alla malattia neurodegenerativa, in tarda età, su 1.288 partecipanti a tre studi sull’invecchiamento. La pressione arteriosa media all’inizio dello studio era di 136/72 mmHg e durante gli otto anni di follow-up, la pressione sistolica è diminuita di circa 0,8 mmHg e quella diastolica di 0,1 mmHg in media, l’anno. Due terzi dei partecipanti hanno avuto ipertensione nel corso dello studio e l’87% ha assunto un farmaco antipertensivo.

La maggior parte dei pazienti aveva almeno un fattore di rischio vascolare all’inizio della ricerca e il 48% dei soggetti aveva uno o più infarti pregressi. Una pressione arteriosa sistolica inizialmente alta sarebbe stata associata a un aumento del numero di infarti, con il 46% in più di probabilità. Un aumento della probabilità che, secondo Arvanitakis e colleghi, sarebbe equivalente a quello osservato con nove anni di invecchiamento.

Le conclusioni
Mentre una pressione diastolica più elevata all’inizio aveva un’associazione più debole con gli infarti e la variazione della pressione diastolica non aveva alcuna associazione con questi eventi cardiovascolari. Infine, i partecipanti con pressione arteriosa sistolica o diastolica all’inizio più elevata o con un declino più rapido della pressione avevano più probabilità di andare incontro a gradi più elevati di aterosclerosi. La pressione sistolica media più elevata era associata, inoltre, a un numero maggiore di grovigli neurofibrillari, come osservato nella malattia di Alzheimer, ma non a placche neuritiche. Mentre la pressione diastolica e le variazioni della pressione arteriosa non sarebbero associate a eventi riconducibili a malattia di Alzheimer.

“La scoperta di una relazione tra la pressione arteriosa sistolica media nel corso degli anni e malattia di Alzheimer, in particolare dei grovigli neurofibrillari, è stata molto interessante”, osserva Arvanitakis “Ma sono necessarie molte più ricerche per comprendere meglio la relazione tra pressione arteriosa tardiva e la salute del cervello, prima che possano essere determinate le implicazioni cliniche”.

Fonte: Neurology

Will Boggs

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
12 luglio 2018
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