(Reuters Health) – Un gruppo di ricercatori Usa, guidato da
Adam Leventhal, dell’Health, Emotion & Addiction Laboratory dell’University of Southern California di Los Angeles, ha seguito più di 2.500 studenti delle scuole superiori di Los Angeles per oltre due anni informandosi, attraverso questionari, sui sintomi riconducibili ad Adhd, come difficoltà nell’organizzare e completare i compiti, difficoltà a restare fermi o rimanere concentrati sulle attività. I ricercatori hanno quindi valutato i ragazzi ogni sei mesi per vedere quanto spesso svolgessero determinate attività come inviare messaggi, vedere video in
streaming e condivisioni sui social.
I risultati
All’inizio dello studi nessuno degli studenti aveva sintomi di Adhd. Gli utenti ad alta frequenza svolgevano queste attività più volte al giorno. Tra 51 studenti di questo gruppo, circa l’11% ha sviluppato sintomi di Adhd prima della fine dello studio. E tra altri 114 partecipanti, sempre del gruppo che usava di frequente telefonini e tablet, il 10% ha sviluppato gli stessi sintomi. Mentre tra 495 adolescenti che non facevano queste attività di frequente, poco meno del 5% ha sviluppato i sintomi riconducibili all’Adhd.
“Questo studio solleva nuove preoccupazioni sul fatto che la proliferazione di tecnologie multimediali possa mettere a rischio i giovani per l’Adhd”, spiega Adam Levanthal, “Anche se l’uso di mezzi digitali con moderazione può fornire vantaggi, come l’accesso a informazioni educative o supporto sociale, l’eccessiva esposizione può avere conseguenze negative per la salute mentale”.
Fonte: Jama
Lisa Rapaport
(Versione italiana per Daily Health Industry)