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QS Edizioni - lunedì 29 aprile 2024

Scienza e Farmaci

Congo. Nuovi casi di Ebola

di Fiston Mahamba
immagine 2 agosto - Il ministero della Salute del Congo ha dato notizia dell’accertamento di quattro nuovi casi nelle parte orientale del Paese, dopo che nei giorni scorsi 33 persone sono morte nel nord-ovest. Si tratta della decina epidemia che colpisce il Paese africano dal 1976
(Reuters Health) – Quattro persone soni risultate positive al test di Ebola nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, a pochi giorni dalla morte di 33 persone nel nord-ovest. A dichiararlo è stato ieri il Ministro della Salute congolese, secondo il quale venti persone sono già morte per febbri emorragiche in una cittadina densamente popolata a circa 30 chilometri da Beni e a 100 chilometri dal confine con l’Uganda.

Un team di 12 esperti raggiungerà Beni giovedì per istituire un laboratorio mobile, mentre l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha iniziato a spostare personale e forniture nella zona. Nella regione, inoltre, la situazione potrebbe essere aggravata dal fatto che ci sono problemi di sicurezza. Circa mille civili sono stati uccisi, nel 2014, in combattimenti tra gruppi militari rivali intorno a Beni, e nel Nord Kivu ci sarebbero più di un milione di sfollati. Si tratta anche di un’area a intenso scambio commerciale tra Congo, Rwanda e Uganda. Secondo il Ministero, comunque, non ci sarebbero evidenze che collegano questo focolaio con l’ultimo iniziato ad aprile e che si è verificato a oltre 2.500 chilometri, nel Congo nord-occidentale.

Questa è la decima epidemia nel Paese africano dal 1976, quando il virus è stato isolato nel fiume Congo, nel nord del Paese. Si pensa che Ebola si diffonda, nelle lunghe distanze, attraverso i pipistrelli. Una volta infettato l’uomo, il virus provoca febbre emorragica, vomito e diarrea e si diffonde attraverso il contatto diretto con i fluidi corporei. Un focolaio scoppiato tra il 2013 e il 2016 in Sierra Leone, Liberia e Guinea ha ucciso almeno 11.300. Il Congo, però, è riuscito, almeno in passato, ad arginare la diffusione del virus, grazie a una buona organizzazione sanitaria e al monitoraggio intensivo delle persone che hanno avuto contatto con i malati.

Fonte: Reuters Health News
 

Fiston Mahamba
 

(Versione italiana Quotidiano Sanità/Popular Science)
2 agosto 2018
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