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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Infarto: in arrivo un nuovo test su biomarcatori lipidici prevede con precisione il rischio di un secondo infarto

di Maria Rita Montebelli
immagine 7 settembre - Un nuovo  test di profiling lipidomico (è basato su dieci biomarcatori lipidici), consentirà di prevedere con grande accuratezza quali pazienti, già infartuati, sono a rischio di un secondo infarto o di un ictus. Il test viene effettuato su un normale prelievo di sangue e darà modo ai medici di monitorare più strettamente e trattare di conseguenza i pazienti più a rischio. Già disponibile negli Usa una versione semplificata basata su due biomarcatori lipidici.
Gli scienziati del Baker Heart and Diabetes Institutes hanno messo a punto un nuovo test che consente di scoprire se una persona è a rischio di un secondo infarto.
Il nuovo test si basa su alcuni biomarcatori lipidici (ceramidi, sfingolipidi, fosfolipidi, lipidi neutri contenenti acidi grassi omega-6 o acidi grassi odd-chain) che, stando ai risultati del loro studio, pubblicato su JCI Insights, migliorano sensibilmente la capacità predittiva per ictus e infarto rispetto ai tradizionali fattori di rischio.
 
Questo rivoluzionario test, che si effettua su un prelievo di sangue, sarà a breve validato in uno studio clinico in Australia, come parte di un più ampio programma di salute personalizzata attualmente in fase di sviluppo.
 
“Questo test è stato sviluppato – spiega il professor Peter Meikle, direttore della metabolomica del Baker Institute –a partire da uno studio che ha valutato 10.000 campioni (da coorti dello studio LIPID e ADVANCE), per individuare dei biomarcatori in grado di predire il rischio di presentare un secondo infarto, così da poter monitorare e trattare in maniera più intensiva questi pazienti. Nel sangue sono presenti migliaia di lipidi e la nostra sfida è consistita nello scoprire quelli che meglio di tutti potessero individuare questo rischio.”
 
Ad oggi un prototipo di questo test è già stato utilizzato negli USA, ma questa versione fornisce ai medici di famiglia e ai pazienti informazioni limitate perché si basa solo su due marcatori lipidici.
Quello in fase di ulteriore validazione fornisce informazioni più accurate e una volta andato a regime sarà eseguibile presso i laboratori analisi degli ospedali (o in quelli che si attrezzeranno per questa metodica); per il paziente consisterà in un prelievo di sangue ordinario, come quelli che si effettuano per dosare i livelli di colesterolo.
 
“Il nuovo test doserà 10 marcatori lipidici predittivi di infarto. Abbiamo individuato la giusta informazione, adesso stiamo raffinando l’aspetto tecnologico. Una volta messo a punto questo protocollo per la diagnosi di cardiopatia ischemica, sarà possibile, aggiungendo altri marcatori, fare lo stesso per predire la comparsa di diabete o di Alzheimer.
Questo test – conclude  Meikle – riclassificherà il rischio di infarto o di ictus di un paziente. Consentirà di individuare meglio i soggetti della categoria a rischio ‘intermedio’, che sono di fatto a più alto rischio, e consentirà ai medici di trattare in maniera più appropriata i propri pazienti”.
 
Maria Rita Montebelli
7 settembre 2018
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