(Reuters Health) - Una dieta a base di vegetali “sani” è correlata a un minor rischio di sviluppare malattie renali, mentre regimi alimentari che, pur comprendendo il consumo di vegetali, non escludono gli zuccheri, anche di derivazione vegetale, possono aumentare il rischio di danni ai reni. È quanto emerge da uno studio della Johns Hopkins University di Baltimora pubblicato dalla rivista Clinical Journal of the American Society of Nephrology.
Lo studio
I ricercatori dell’Università americana hanno monitorato le abitudini alimentari e la funzione renale di 14.686 adulti di mezza età, per circa 24 anni. In questo arco di tempo 4.343 partecipanti hanno sviluppato una malattia renale cronica. In questo studio, le persone che avevano seguito una dieta che escludeva gli zuccheri avevano il 14% in meno di probabilità di sviluppare malattie renali rispetto alle persone che mangiavano raramente questi alimenti. I partecipanti che avevano consumato vegetali, ma non avevano escluso gli zuccheri, presentavano l’11% di probabilità in più di sviluppare malattie renali rispetto a chi ne mangiava meno.
“Mangiare più cibi vegetali salutari e relativamente meno cibi vegetali non sani e alimenti animali è associato a una migliore performance renale”, dice
Casey Rebholz, autore principale dello studio.
Secondo Rebholz il contributo dei cibi vegetali “sani” è fondamentale, poiché essi sembrano diminuire il rischio di sviluppare malattie renali e rallentare il declino della funzionalità renale anche quando il consumo di cibi vegetali “meno sani” e di alimenti di origine animale viene mantenuto costante.
La dieta ideale per i reni
Una dieta sana a base di piante include cibi integrali, frutta come mele, pere e arance, verdure a foglia scura, verdure a foglia verde, patate dolci e broccoli, noci e burro di arachidi naturale, e legumi come fagioli e lenticchie.
I partecipanti allo studio che seguivano le diete più sane consumavano in media 9 o 10 porzioni al giorno di questi alimenti. Si trattava in genere di persone anziane, donne, caucasiche , diplomate e fisicamente attive. Nello studio sono state considerate non sane anche quelle diete in cui l’apporto di carne è ridotto ma aumenta il consumo di patate e includono succhi di frutta al posto della frutta, bibite, bevande zuccherate, caramelle, torte e cioccolato.
I partecipanti che seguivano le diete meno sane consumavano in media sette porzioni al giorno di questi alimenti. Si trattava spesso di uomini, giovani, sedentari, con una maggiore tendenza a bere alcolici.
Conta anche lo stile di vita
È possibile che mangiare più frutta e verdura renda più facile per i reni liberare il corpo dalle tossine, secondo la dottoressa
Michal Melamed, professore associato dell’Albert Einstein College of Medicine. Frutta e verdura contengono meno acido, richiedono quindi un minore sforzo da parte dei reni rispetto alle carni che ne contengono molto.
“Potrebbe anche darsi che le persone che mangiano più frutta e verdura abbiano in generale uno stile di vita più sano, che svolgano più attività fisica o dormano di più e questi fattori possono influenzare l’attività renale”, osserva Michal Melamed, professore associato dell’Albert Einstein College of Medicine, non coinvolta nella ricerca.
Fonte: Clin J Am Soc Nephrol 2019
Lisa Rapaport
(Versione italiana per Quotidiano Sanità/Popular Science)