La sigaretta a riscaldamento del tabacco è meno pericolosa della sigaretta comune? Che cosa sono le sigarette a riscaldamento del tabacco? Che impatto hanno questi prodotti sulla salute? Le sigarette a riscaldamento del tabacco possono essere utili per smettere di fumare?
Queste le quattro domande alle quali ha risposto l’Airc in un lungo post sul suo sito internet intervendo così nel dibattito che si è sviluppato nei giorni scorsi su questi nuovi dispositivi in occasione della
Giornata mondiale senza tabacco.
Vediamo come ha risposto l’Associazione italiana per la ricerca sul cancro, domanda per domanda.
La sigaretta a riscaldamento del tabacco è meno pericolosa della sigaretta comune?
DIPENDE. Gli studi disponibili, effettuati perlopiù dai produttori, dicono che il contenuto in nicotina è simile a quello delle sigarette normali, ma il livello di sostanze tossiche legate alla combustione è minore (ma non nullo).
- La
sigaretta a riscaldamento del tabacco o
"sigaretta che non brucia" non è una sigaretta elettronica. Il suo contenuto di
nicotina è simile a quello delle sigarette comuni, ma il livello di altre sostanze tossiche è inferiore.
- Non sono ancora disponibili studi in grado di dimostrare che l’uso di sigarette a riscaldamento del tabacco riduca il rischio di cancro rispetto alle sigarette classiche.
- Gli studi che dimostrano un livello inferiore di sostanze tossiche
provengono in maggioranza dai produttori.
- I
livelli elevati di nicotina possono indurre dipendenza, specialmente tra i più giovani.
Che cosa sono le sigarette a riscaldamento del tabacco?
Le cosiddette
sigarette a riscaldamento del tabacco o
sigarette che non bruciano sono dispositivi elettronici che, diversamente dalle cosiddette
e-cig, le sigarette elettroniche,
contengono foglia di tabacco.
La sigaretta, inserita in un apposito bruciatore elettrico, viene
scaldata ad alta temperatura (circa 350 °C rispetto ai 900 °C della sigaretta classica) ma non brucia direttamente. Si tratta di prodotti sviluppati dalle industrie del tabacco e note con diversi nomi commerciali (uno di questi,
IQOS, è diventato, almeno in Italia, sinonimo di questo tipo di prodotto).
Il
vapore generato dal riscaldamento della sigaretta
contiene nicotina a concentrazioni elevate e
altre sostanze chimiche presenti nelle sigarette classiche, ma a concentrazioni inferiori, anche se queste informazioni provengono soprattutto da studi effettuati dalle industrie del tabacco stesse per ottenere la registrazione del prodotto da parte delle autorità.
I risultati di uno
studio commissionato dal Governo giapponese con lo scopo di regolamentare il fumo di sigaretta in vista dei Giochi Olimpici di Tokyo nel 2020 dimostrano che, se la misurazione viene fatta da laboratori indipendenti, questo tipo di sigaretta contiene, sia nel ripieno sia nel fumo emesso,
nicotina e
altre sostanze chimiche in quantità analoga alle sigarette comuni, ma un quinto delle
nitrosaminee un centesimo dell’
anidride carbonica. Gli stessi composti volatili presenti nelle sigarette classiche si ritrovano nelle sigarette a riscaldamento, secondo i risultati di uno studio pubblicati nel 2017
da JAMA Internal Medicine.
Che impatto hanno questi prodotti sulla salute?
Alla luce degli studi effettuati sul contenuto delle sigarette a riscaldamento del tabacco, è ragionevole affermare, come fa la maggior parte degli esperti indipendenti, che il loro utilizzo
crei dipendenza quanto la sigaretta comune mentre è possibile che il loro impatto sia minore
per quanto riguarda il fumo passivo.
Per tutti gli altri
effetti sulla salute mancano studi sufficientemente ampi e prolungati. I
risultati di uno studio della fine del 2018, che ha analizzato gli effetti negativi di queste nuove sigarette sulle cellule, hanno dimostrato
un effetto tossico maggiore rispetto alle sigarette elettroniche, ma minore rispetto alle sigarette classiche.
Le sigarette a riscaldamento del tabacco possono essere utili per smettere di fumare?
No. Dal momento che il contenuto di
nicotina (che è la sostanza che crea
dipendenza) è simile a quello delle sigarette classiche, non vi sono benefici in termini di dissuefazione dal fumo.
Passare dalla sigaretta classica a questo tipo di prodotto riduce verosimilmente il livello di esposizione ad altre sostanze tossiche legate alla combustione del tabacco e della carta delle sigarette, ma non quanto
la sigaretta elettronica. Per questa ragione la European Respiratory Society ha emesso un documento (
position paper) in cui
ne sconsiglia l’utilizzo quale strumento di riduzione del danno da fumo.
Recentemente sono state pubblicate alcune revisioni della letteratura in materia. La
prima, uscita su una rivista francese, ha considerato oltre 100 pubblicazioni dal 2008 al 2018 e conclude che
non vi sono prove di una riduzione del rischio né per il cancro né per le malattie cardiovascolari. Un’altra
revisione si concentra invece sul
rischio tossico legato all’uso di aromatizzanti (molto comune sia nelle sigarette elettroniche sia in questo nuovo tipo di sigaretta): non solo vi sono pochi studi sugli effetti di queste sostanze sul sistema respiratorio, ma la loro stessa presenza aumenta il rischio che i più giovani iniziano a utilizzarli.
Infine è bene segnalare che la Food and Drug Administration, l’ente statunitense che regola la commercializzazione di farmaci e prodotti che possono avere un impatto sulla salute,
ha approvato la vendita di questo tipo di sigaretta negli USA, ma ha specificato che
sarà sottoposta alle stesse restrizioni di vendita delle sigarette comuni e che vi sono comunque
problemi di tossicità e dipendenza, per cui
non è stata accettata la richiesta, avanzata da parte dell’azienda,
di publicizzarle come meno pericolose.
Fonte: Airc.it