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QS Edizioni - giovedì 2 maggio 2024

Scienza e Farmaci

Patologie cardiache. Ecco il gel che ripara il cuore

di Laura Berardi
immagine 25 febbraio - È iniettabile con un ago o tramite catetere direttamente nel muscolo cardiaco, e incoraggia le cellule a riparare le aree danneggiate. Ma non solo, l’idrogel sviluppato in California è anche capace di prevenire ulteriore deterioramento. Per ora è testato solo sui topi, ma con risultati incoraggianti.
Dall’Università della California arriva il trattamento che potrebbe rivoluzionare la cura delle patologie del sistema circolatorio. Il ricercatori di San Diego hanno infatti sviluppato un gel a base d’acqua, iniettabile direttamente nel cuore, nel quale sono sospesi piccoli pezzetti di tessuto connettivo cardiaco: questo sarebbe capace di stimolare la riparazione della parte danneggiata e prevenire ulteriore deterioramento. L’idrogel è descritto in un articolo nella rivista Journal of the American College of Cardiology.
 
Per ottenere il tessuto cardiaco si lavorano direttamente piccoli pezzi di muscolo: dopo averli sottoposti ad un processo di pulizia, vengono liofilizzati, poi polverizzati e infine sciolti in un fluido che può essere facilmente iniettato nel cuore. La sostanza così creata, una volta a temperatura corporea nell’organismo si trasforma in un gel semi solido e poroso, che incoraggia le cellule a ripopolare le aree danneggiate del cuore, e forse può aiutare anche inviando segnali biochimici che prevengono danni aggiuntivi ai tessuti circostanti. I ricercatori hanno poi dimostrato come l’idrogel sia iniettabile anche tramite un catetere, un metodo minimamente invasivo e che non necessita operazioni chirurgiche, né anestesia totale.
“La maggior parte delle tecniche che sono state sviluppate negli anni sono state testate su topi o altre cavie”, ha spiegato Karen Christman del dipartimento di bioingegneria alla UCSD Jacobs School of Engineering. “Queste di solito prevedono iniezioni via ago o siringa, ma non vanno bene per la somministrazione via catetere, perché solidificano troppo in fretta, bloccando lo strumento a metà della procedura”.
 
Sono inoltre già disponibili i dati incoraggianti relativi all’uso di questa tecnica in animali grandi,come i maiali, che hanno un cuore di dimensioni simili a quello umano. Questa, secondo i ricercatori, è una delle caratteristiche più importanti del nuovo gel: non ci sono molte terapie iniettabili che sono testabili sugli animali, prima di passare alla sperimentazione sull’uomo. I ricercatori hanno per ora testato l’idrogel solo su animali di piccola taglia, ma in questi esso ha dimostrato di non causare aritmie né di essere rigettati dall’organismo. “Questo ci rassicura, perché c’è più speranza che non creino problemi neanche su modello umano”, ha concluso la ricercatrice.
 
Laura Berardi
25 febbraio 2012
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